Politica

E l'Anm vuole pure bloccare la protesta del Pdl

L'associazione nazionale magistrati critica la manifestazione del 23 marzo: "E' una sfida alla Costituzione"

Roma - Criticare la magistratura equivale ad attaccare la sua indipendenza? Secondo l'Associazione nazionale dei magistrati (Anm) sì, certamente. Perché scendere in piazza - come ha promesso di fare il prossimo 23 marzo il Pdl - per protestare contro la persecuzione giudiziaria subita da Berlusconi è un attacco alla nostra Carta costituzionale, laddove si sancisce il principio dell'autonomia del potere giudiziario. A sostenerlo è Rodolfo Maria Sabelli, presidente dell'Anm. «Qualsiasi attacco alla magistratura - spiega Sabelli - sotto forma di manifestazioni dirette contro di essa, costituisce una sfida ai principi che sono fondamento della nostra Costituzione e delle democrazie mature».

È proprio sulle prerogative costituzionali che il ragionamento di Sabelli farebbe acqua. Almeno secondo Daniele Capezzone e Fabrizio Cicchitto. «Qualcuno informi l'Anm - ironizza Capezzone, portavoce nazionale del Pdl - che esiste la libertà costituzionale di manifestare. O forse vogliamo stabilire una deroga e farla venire meno per Silvio Berlusconi e per il suo partito?». Cicchito, poi, fa esplicito riferimento alla visita fiscale ordinata dai pm di Milano per Silvio Berlusconi, ricoverato al San Raffaele. «Il fatto che i giudici abbiano disposto questa visita fiscale dà il segno di una persecuzione scientificamente condotta che avvicina il nostro Paese ad altre realtà dove la democrazia è assente».

Le analisi del senatore del Pdl portano anche a censurare le dichiarazioni di Sabelli. «Il ragionamento del presidente dell'Anm - spiega Cicchitto - va rovesciato. Qualsiasi intervento politico di magistrati che agiscono per modificare la libera dialettica tra le forze politiche è un attacco allo stato di diritto e alla Costituzione». Visto il clima che le dichiarazioni dell'Anm rischiano di esacerbare, Maurizio Gasparri avverte che non bisogna abbassare la guardia. E in questo senso la manifestazione del 23 non è nemmeno sufficiente. «L'aggressione a Berlusconi e alla democrazia - spiega Gasparri - impone risposte chiare ferme e che vedano coinvolti i milioni di italiani che più volte hanno espresso la loro fiducia al leader del Pdl.

Già prima della manifestazione abbiamo il dovere di assumere iniziative incisive a tutela della libertà, della democrazia, della funzione rappresentativa del Parlamento».

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