Economia

Fiat: 2014, fuga dall'Italia. Nasce il nuovo gruppo Fca

Sede fiscale a Londra, legale ad Amsterdam, Borsa a New York. Ma la strada è già in salita: deludono i conti 2013, titolo giù del 4%

Fiat: 2014, fuga dall'Italia. Nasce il nuovo gruppo Fca

La nuova Fiat Chrysler Automobiles avrà la sede legale ad Amsterdam (Olanda) e quella fiscale a Londra (Regno Unito). Le azioni ordinarie di Fca saranno quotate a Wall Street (l'auspicio espresso da Sergio Marchionne è che la campanella possa suonare l'1 ottobre) e anche a Milano. È lo stesso percorso compiuto a suo tempo da Cnh Industrial e che il Giornale aveva anticipato, denominazione inclusa (Fca), nei giorni scorsi. Nel portare in Olanda e Gran Bretagna le sue sedi 114 anni dopo la fondazione di Fiat, il gruppo conferma allo stesso tempo le basi operative a Torino (Emea), Detroit (Stati Uniti), Belo Horizonte (Sudamerica) e Shanghai (Asia-Pacifico). Del resto, la scelta presa dal presidente John Elkann e dall'ad Marchionne è stata obbligata: in tutti questi anni, nonostante i segnali lanciati più volte, in Italia non sono state create le condizioni e il clima affinché il Lingotto evitasse di «traslocare» a Nord dell'Europa.

La giornata storica del Lingotto si è aperta ieri con il cda che ha approvato i conti dell'ultimo trimestre e quindi la riorganizzzione del gruppo dopo la salita al 100% di Chrysler. A inizio maggio, invece, Marchionne illustrerà il nuovo piano industriale di tre anni, insieme alle tappe del rilancio di Alfa Romeo («miglioramenti significativi ci saranno dal 2015»). Di tutto questo la Borsa ha puntato i fari solamente sui numeri, punendo alla fine il titolo Fiat con un -4,11% (7,23 euro).
Non sono piaciuti i conti trimestrali, sotte le attese, come l'utile operativo stimato per il 2014, pure distante dal consensus. Preoccupazioni anche per la frenata del mercato brasiliano. Positivo, invece, il giudizio sulle previsioni di un consumo di cassa moderato. «Oggi è una delle giornate più importanti della mia carriera in Fiat e Chrysler - il commento a caldo di Marchionne -: cinque anni fa abbiamo iniziato a coltivare un sogno di cooperazione industriale a livello mondiale, ma anche un grande sogno d'integrazione culturale a tutti i livelli. Abbiamo lavorato caparbiamente a questo progetto per trasformare le differenze in punti di forza e per abbattere gli steccati nazionalistici e culturali. Ora possiamo dire di essere riusciti a creare basi solide per un costruttore di auto globale con un bagaglio di esperienze e di competenze allo stesso livello della migliore concorrenza. L'adozione di una struttura di governance internazionale e le previste quotazioni, che miglioreranno l'accesso del gruppo ai mercati globali con evidenti vantaggi finanziari, completeranno questo progetto. Fca - la rassicurazione a governo e sindacati - proseguirà la propria missione, compresi naturalmente gli impianti produttivi in Italia e nel resto del mondo, e non ci sarà nessun impatto sull'occupazione». E subito un primo dato: Fiat Chrysler Automobiles investirà 8 miliardi nel 2014, mezzo milione in più dello scorso anno. Marchionne ha affermato di essere «abbastanza soddisfatto dei risultati dell'esercizio 2013», ricordando però che non tutti gli obiettivi sono stati raggiunti. Chrysler, in proposito, è rimasta «50mila auto al di sotto della guidance» a causa di un ritardo di 4 mesi nel lancio di Jeep Cherokee. Per il 2014 il gruppo punta al milione di Jeep (modelli nasceranno anche nel nuovo sito di Pernambuco, in Brasile). Fca venderà tra 4,5 e 4,6 milioni di veicoli. Sul fronte dei conti, come detto, Fiat ha registrato risultati dell'ultimo trimestre e previsioni 2014 più deboli rispetto alle stime, penalizzata dal Sudamerica che segna un calo di oltre il 40% nell'utile della gestione ordinaria 2013.

Quest'anno il gruppo prevede un fatturato a 93 miliardi e un'utile della gestione ordinaria a 3,6-4 miliardi (consensus a 4,15 miliardi).
I ricavi 2013 si sono attestati a 87 miliardi, la perdita della gestione ordinaria Emea si è invece ridotta a 470 milioni, mentre nell'area Nafta è calata del 9% a 2,22 miliardi e in America Latina ha segnato un -41% a 619 milioni. Chrysler ha invece archiviato il 2013 con l'utile netto di gruppo a 2,8 miliardi di dollari e ricavi a 72,14 miliardi (+10%).

Per il 2014 è previsto un fatturato a circa 80 miliardi, l'utile netto a 2,3-2,5 miliardi e quello operativo modificato a 3,7-4 miliardi, con un free cash flow a 0,5-1 miliardo. Il rosso di Fiat, escludendo Chrysler, sale nel 2013 a 911 milioni, a fronte dei 787 milioni del 2012. Al 31 dicembre scorso l'indebitamento netto industriale del gruppo Fiat è stato pari a 6,6 miliardi (8,3 miliardi al 30 settembre), grazie ai flussi di cassa positivi generati nel trimestre da Chrysler (1,4 miliardi) e da Fiat esclusa Chrysler (0,3 miliardi).

Nessun dividendo è infine previsto.

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