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Fini sputa sulla destra: "A Fiuggi bambini viziati che scimmiottano la storia"

Fini attacca Fratelli d'Italia: "La storia di An non merita di ripetersi in farsa". E getta fiele su un popolo di cui lui stesso fu parte

Fini sputa sulla destra: "A Fiuggi bambini viziati che scimmiottano la storia"

"Fa riflettere il modo con cui i dirigenti di Fratelli d’Italia tentano di far risorgere Alleanza Nazionale. Dopo aver furbescamente inserito il simbolo, seppur in formato bonsai, nel loro logo elettorale celebrano questo fine settimana il congresso nazionale a Fiuggi". Sin dall’incipit Gianfranco Fini fa capire su quali corde si sviluppi la sua riflessione, affidata al sito dell'associazione Liberadestra, sul congresso di Fratelli d’Italia. Un "saluto" ben diverso da quelli rituali per occasioni del genere: "Mi sembrano bambini cresciuti, e viziati, che vogliono imitare i fratelli maggiori senza capire che le condizioni in cui si trovano sono completamente diverse".

Delfino di Giorgio Almirante, poi leader di Alleanza nazionale, quindi cofondatore del Pdl, infine inutile sodale della sinistra nel tentativo di far fuori Silvio Berlusconi dalla scena politica. Non ce l'ha fatta, Fini, a eliminare il Cavaliere che per ben tre volte lo portò al governo. Riuscì, invece, a cancellare An prima, la destra poi. E con sé, a fondo, trascinò uno stuolo di ex missini e futuliberisti della prima ora. Tutti trombati per voler di popolo, tutti cacciati col sacrosanto imprimatur delle urne. Oggi scrive libri, strizza l'occhio ai salotti progressisti e scrive articolesse al fiele. È tutto uno sprizzare cattiverie contro quelli che furono i suoi colonnelli, compagni di un cammino politico segnato dall'odio dei compagni e dalla ghettizzazione della società. Eppure gli ex nemici sono diventati amici. E gli ex amici nemici. Applausi alla Festa democratica, fischi e insulti ai funerali di Pino Rauti. Triste epilogo di un politigo che fu di destra e che oggi se la prende con chi, la destra, non l'ha mai dimenticata e spera di tornare a farla splendere - anche se con un sussulto nostalgico. "Rischiano di far piangere, di rabbia e non certo di commozione, chi venti anni fa era consapevole di quel che stava accadendo a destra - accusa il "leader" del Fli - anche per questo non comprendo come un uomo come Ignazio La Russa, che nel 1994 c’era e con un ruolo da protagonista, non abbia ricordato a Giorgia Meloni, che all’epoca aveva 17 anni, solo poche verità".

A Fratelli d’Italia Fini non manca di dare lezioni e li invita a smetterla di "scimmiottare la storia". Lui, che alle elezioni politiche del 2013 portò a casa un misero 0,47%, spiega a La Russa & Co. come superare il 4% alle europee: "Serve loro qualcosa di assai più convincente che una scampagnata semiclandestina a Fiuggi. La storia di An, di cui anch’essi fanno parte, non merita di ripetersi in farsa". Lui, che diventato futuliberista si è fatto progressista in tema di immigrazione, cittadinanza e stupefacenti, spiega alla "nuova" destra di cercare "idee nuove e prospettive credibili in materia di integrazione europea, mercato del lavoro e politiche economiche, welfare, legalità e sicurezza, diritti civili". E quello che ha fatto lui, voltando le spalle al Pdl e al suo popolo. L'odio nei confronti di Berlusconi, però, ancora non è riuscito a mitigarlo. Da qui l'ultimo consiglio a Fratelli d'Italia: "Vi serve chiarezza sulle future alleanze.

Ancora e ad ogni costo con Berlusconi, perché altrimenti non si entra in Parlamento, oppure il congresso di Fratelli d'Italia indicherà un'altra prospettiva?".

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