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La Russa incontra il padre della Salis: "Antifascista? È italiana, va tutelata"

Il presidente del Senato ha incontrato a Milano il padre dell'attivista italiana in carcere da 11 mesi a Budapest: "Incontro molto cortese. Domiciliari in Italia? In linea teorica non sono contrario"

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Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha incontrato questa mattina a Milano Roberto Salis, padre di Ilaria, la 39enne milanese da quasi un anno in carcere a Budapest con l'accusa di aver aggredito due militanti neonazisti. Se Salis ha preferito non rilasciare dichiarazioni su questo incontro, la seconda carica dello Stato ha invece commentato il faccia a faccia davanti ai cronisti: "Un incontro molto cortese - dichiara la seconda carica dello Stato -. Ricordatevi che io, prima di fare il politico, sono avvocato penalista, di carcere. Quindi per me non è difficile immedesimarmi nel desiderio del padre, prima di tutto che sia rispettata la dignità della figlia imputata. Partendo da questo la vicinanza è stata immediata e spontanea".

A chi gli chiede se lui sta difendendo "una militante antifascista", il presidente del Senato replica prontamente: "Sì, perché non c'entra il merito della vicenda - puntualizza -. Stiamo parlando di una italiana che, al di là del giudizio che uno può dare delle sue idee e del modo con cui traduce le sue idee, se il fatto è vero o non è vero che lei partecipava a quella spedizione, è comunque una cittadina italiana per la quale è giusto siano tutelati i diritti della persona". Sempre a margine dell'incontro con il padre di Ilaria Salis, La Russa intende poi ulteriormente a precisare. "Al di là del merito del processo, su cui non posso dire naturalmente nulla, mi esprimo fortemente sul diritto alla dignità della ragazza nell'esposizione delle famose catene che ci sono in tanti paesi e in parte anche in Italia. L'importante è che non vi sia un'esibizione dei modi con cui la sicurezza viene assicurata".

La Russa ha anche ventilato la possibilità che, nel caso dovessero essere concessi a Ilaria Salis gli arresti domiciliari, la donna potrebbe trascorrerli nell'ambasciata italiana. "In linea teorica non sono contrario anzi sono estremamente favorevole, poi però decide liberamente la magistratura ungherese". In ogni caso, "La decisione dei domiciliari non può essere nostra - ha aggiunto La Russa -. Ci può essere per esempio la disponibilità del luogo dove stare ai domiciliari in Ungheria in attesa di un'eventuale richiesta e potrebbe essere l'ambasciata".

Nel frattempo, anche la prossima settimana le istituzioni politiche si occuperanno del caso Salis: per lunedì 5 è stato fissato un incontro con i ministri Antonio Tajani e Carlo Nordio. "Mi aspetto si facciano passi in avanti sulla strada intrapresa nell'ultima settimana", ha affermato Roberto Salis.

Nella medesima giornata, l'Europarlamento discuterà del tema nell'Aula di Strasburgo in occasione della seduta plenaria.

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