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L'ipocrisia del Pd sul commissario "naturale"

Il Pd ha sempre nominato commissario un dem, persino Legnini che le elezioni regionali le aveva perse

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“La nomina a commissario per la ricostruzione del presidente Bonaccini è la cosa più naturale” si affanna a ripetere da giorni il Pd, da ultimo Valter Verini, ma prima di lui Antonio Decaro e tutti gli altri.

Ma naturale rispetto a cosa? Al passato no!

Quando è toccato al Pd fare le nomine dei commissari alla ricostruzione infatti, non ha nominato il Presidente di regione. Ma il suo avversario. Cioè quello che le elezioni regionali le aveva perse. E’ stato così nel 2020, quando sull’altare dell’alleanza per il governo giallo rosso, il premier Giuseppe Conte non rinnova il mandato a Farabollini, il geologo che nel 2018 prima aveva nominato commissario. Ma cede alla richiesta del pd nominando Giovanni Legnini, che l’anno prima era il candidato del pd alle regionali in Abruzzo. Che perse contro Marsilio. E che fa il pd, con Conte, nomina il governatore Marsilio commissario “naturale”? No, il suo avversario. Non valeva la naturalezza all’epoca?

Seguendo questa logica, la scelta oggi "naturale" non sarebbe Bonaccini, ma Lucia Bergonzoni!

E a poco servirà la giustificazione del Pd “ma non era commissario solo dell’Abruzzo, ma di altre tre regioni”. Perché in quattro anni furono nominati ben quattro commissari. Uno all’anno. E ogni volta che la nomina toccava al Pd, metteva uno suo.

Non un tecnico, un esperto, un generale alla “Figliolo”. Ma uno trombato alle elezioni, o rimasto senza poltrona.

Il primo fu Matteo Renzi nel 2016 che nominò Vasco Errani, che fino a due anni prima era governatore, ma dell’Emilia Romagna. Così fece l’anno dopo Paolo Gentiloni, nominando Paola de Micheli, anche lei non originaria di nessuna delle quattro regioni del sisma del centro italia, ma emiliana. Poi con il governo gialloverde arrivò il tecnico Farabollini, subito sostituito da Legnini con il ritorno al governo del Pd. L’inefficacia di queste nomine fa si che oggi, dopo 7 anni dall’istituzione del commissarariamento, è ancora in corso.

Ma Legnini è passato alla storia per la pletora di consulenze ai dem fatte durante il commissariamento: l’ex deputato pd Pierluigi Mantini nominato super consulente giuridico per 154 mila euro; Silvia Scozzese vicesindaco Pd di Roma nominata alle relazioni istituzionali a 48 mila euro, la dem Paola Inverardi consulenza da 48 mila euro, e molti altri. Legnini ha sottoscritto anche contratti con 8 fondazioni, da 60 mila euro l’uno, tra cui la Merloni, in cui il comitato scientifico è guidato da Enrico Letta. Ufficialmente i contratti di Legnini alle fondazioni servivano a favorire la divulgazione e l’affiancamento alle progettazioni dei destinatari dei bandi del Fondo complementare aree sisma dedicato al rilancio economico e sociale dei territori. Uno spreco di soldi, mentre la ricostruzione dopo 7 anni e tutti i commissari pd, non è ancora terminata.

Con la differenza che il governo Meloni ha nominato Legnini commissario per la ricostruzione di Ischia. Ma lì il pd non ha avuto nulla da ridire.

Chissa come mai.

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