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Ora Salvini lancia il referendum: "Abolire il ministero di Kyenge"

Sale la tensione. Salvini si prepara a raccogliere 500mila firme per abolire il ministero all'Integrazione. Bossi bacchetta Maroni: "La Kyenge è stata trattata male"

Ora Salvini lancia il referendum: "Abolire il ministero di Kyenge"

"Non bastano più i messaggi di solidarietà, serve una presa di coscienza e la Lega deve fare questo passo". Il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge torna a commentare gli attacchi subiti dal partito guidato da Roberto Maroni. E proprio a lui lancia un’accusa: "Maroni non ha preso posizione non ha fatto quello che dovrebbe fare un capo". Il Carroccio incassa le accuse e passa subito al contrattacco. Per Matteo Salvini il ministero dell’Integrazione resta "un ente inutile, costoso, una fabbrica dell’ipocrisia". Proprio per questo il vice segretario leghista ha invitato i militanti 500mila firme per fare un referendum che abolisca il ministero. "A Salvini chiedo di mettere a disposizione del mio ministero i soldi che spenderebbe per fare un referendum per abolirlo", ha replicato la Kyenge.

A qualche settimana dagli insulti di Roberto Calderoli, la Lega Nord non depone l'ascia di guerra. Gli scontri a distanza tra la Kyenge e i lumbard continuano. E si fanno più aspri di giorno in giorno. "Il mio percorso - ha spiegato ieri il ministro - non è mai stato facile, mi sono conquistata ogni spazio andando contro il pregiudizio. La mia famiglia è rimasta molto colpita dalle esternazioni dei rappresentanti della Lega - ha proseguito - quando le mie figlie hanno sentito quelle parole ho dovuto spiegare che non era un attacco nei confronti della loro mamma, ma nei confronti delle istituzioni". Mentre Maroni incassa dure critiche dalla titolare del dicastero dell'Integrazione, Umberto Bossi prende le distanze e ammette che "la Kyenge è stata sicuramente trattata male". Un'ammissione che arriva a stretto giro dalla stretta di mano della Kyenge al sindaco di Verona Flavio Tosi. "Non sono d’accordo che voglia dare il via allo ius soli - ha tuttavia avvertito il Senatùr - un imbroglio che non esiste in nessun paese europeo". "Se il ministro Kyenge accettasse di partecipare alla festa della Lega - ha, poi, concluso Bossi - le stringerei la mano".

La tensione, dunque, resta alta. Il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, giudica "paradossale" la vicenda legata alla lite tra esponenti leghisti e la Kyenge "perché non si parla più del merito". Infatti, a suo avviso, l'eventuale introduzione dello ius soli sarebbe "sbagliatissima". "Siamo un Paese di frontiera e sarebbe una potentissima calamita, questo - ha osservato il presidente Cota - comporterebbe un ulteriore aumento degli sbarchi, come già stiamo assistendo". Un sostegno al ministro all'Integrazione è, invece, arrivato dal sindaco di Firenze Matteo Renzi. "Dalle parti di Roma - ha sottolineato ieri sera alla festa democratica di Bosco Albergati - è passata la Lega Nord che dopo Roma ladrona si è piazzata lì e ha fatto di tutto, dai diamanti alle lauree in Albania. E abbiamo visto uno statista in camicia verde che ha insultato un ministro di questa terra. E per questo voglio mandare un grande abbraccio a Cecile Kyenge.

Perché i Calderoli passano, la dignità resta".

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