Guerra in Israele

"Pronti a inviare i militari italiani a Gaza". L'annuncio di Tajani

Il ministro degli Esteri non esclude una missione con l'Onu e assicura: "Siamo pronti a fare la nostra parte di portatori di pace". Sul Mar Rosso garantisce: "Determinati nel difendere il traffico marittimo"

"Pronti a inviare i militari italiani a Gaza". L'annuncio di Tajani

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L'Italia è pronta a fare la propria parte per contribuire a un processo di pace in grado di scongiurare una pericolosa escalation. L'annuncio è arrivato questa mattina dal vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, che ha fatto un punto della situazione sul ruolo della diplomazia nell'attuale scenario internazionale che presenta diverse minacce. Gli sviluppi a Gaza e nel Mar Rosso sono un campanello d'allarme: si rischia non solo di danneggiare una rotta commerciare strategica ma anche di dare vita a un nuovo fronte di conflitto.

Militari italiani a Gaza? L'annuncio di Tajani

Tajani, intervenuto ai microfoni di 24 Mattino su Radio 24, ha parlato di un'eventuale fase di transizione per Gaza anche con una missione di pace. "Noi siamo pronti a inviare i nostri militari con le Nazioni unite anche nella Striscia di Gaza", ha affermato il ministro degli Esteri. Non a caso i nostri militari sono molto apprezzati in Africa, nei Balcani e sono strumenti della politica estera italiana. Il titolare della Farnesina ha assicurato a chiare lettere: "Siamo pronti a fare la nostra parte di portatori di pace".

Il vicepresidente del Consiglio ha puntato l'attenzione sull'importanza delle mediazioni per risolvere il conflitto tra Israele e Hamas, senza ovviamente escludere quelle dei Paesi arabi. Nelle scorse ore Tajani ha avuto un colloquio con il suo omologo giordano, che incontrerà di persona nella giornata di lunedì. Si continua a lavorare per la pace ma è scolpito un concetto imprescindibile: "Non possono più partire missili da Gaza e dal Libano contro Israele".

A breve Tajani sarà in missione in Libano, Israele e Palestina per portate un messaggio di pace e di dialogo. Nello specifico il 24 e il 25 gennaio sarà in Terra Santa per parlare anche con l'Autorità nazionale palestinese "perché non può essere Hamas a governare quel territorio". Dal suo canto l'Italia persegue la linea di due popoli e due Stati: va riconosciuto da tutti uno Stato palestinese che però a sua volta deve riconoscere Israele.

L'escalation nel Mar Rosso

La prossima settimana a Bruxelles il vicepresidente del Consiglio illustrerà una proposta per una missione nel Mar Rosso in sinergia con la Francia e con la Germania. Una missione militare di protezione del traffico marittimo a partecipazione europea e anche con Paesi che non fanno parte dell'Ue. Magari per accelerare i tempi non è da escludere l'ipotesi di allargare la competenza di una missione militare già presente, Atlanta.

Il ministro degli Esteri ha ribadito che l'Italia, che tra l'altro è un Paese esportatore, "è determinata a difendere il traffico marittimo" visti i i potenziali danni economici che si potrebbero via via palesare all'orizzonte. L'interesse di tutelare i traffici è dettato anche dall'esigenza di salvaguardare i nostri porti: è evidente che un aumento importante dei costi per il trasporto via mare rappresenterebbe un elemento negativo per le nostre industrie.

Nella riunione del Consiglio Affari esteri a Bruxelles, in programma lunedì, si discuterà della missione europea nel Mar Rosso. A tal proposito Tajani si è detto certo che ci sarà "una difesa forte, vigile e armata" e che dunque "non si va lì per fare solo bella presenza". In genere le missioni europee hanno regole di ingaggio difensive e non di attacco preventivo.

"Bisogna vedere poi quali saranno i limiti della difesa", ha spiegato il titolare della Farnesina.

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