Politica

Ma qualcuno difenda il Parlamento dai Pm

Parlamentari al macello davanti ai Pm

Ma qualcuno difenda il Parlamento dai Pm

Ci mancava soltanto il problema dell'immunità. Non si parla d'altro. Chi la vuole e chi non la vuole. Chi pensa che non se ne possa fare a meno e chi, invece, sostiene che i senatori non ne abbiano diritto perché non sono più parlamentari effettivi, secondo la nuova norma, bensì dei fessacchiotti che vanno lì a Palazzo Madama a parlare del più e del meno, ma non contano nulla, sono ornamentali, forniscono pareri su questioni marginali, fanno finta di non incassare una lira e in verità si beccano dei rimborsi da nababbi. Già, le trasferte costano, Roma è una città cara, qualcuno paghi, perdio.

Come si nota, il dibattito è alto, raggiunge i due o tre centimetri. Vale la pena di affrontarlo, non c'è pericolo di farsi male. Allora. Riassumiamo la vicenda. Matteo Renzi da quando è entrato a Palazzo Chigi ha la fissa di eliminare il cosiddetto bicameralismo perfetto. Chi gli può dare torto? È sufficiente la Camera per legiferare. Il suo doppione non è solo inutile, è anche dannoso, poiché serve esclusivamente a perdere tempo, a intorbidare le acque, a rendere accidentato l'iter di approvazione di ogni legge. Siamo d'accordo con lui. Fin qui. Poi però abbiamo scoperto che il premierino, pur di realizzare il suo progetto, anziché eliminare tout court il secondo ramo del Parlamento, lo ha trasformato in un posto di sosta e ristoro per buontemponi che, non soddisfatti del loro ruolo nelle amministrazioni locali (Regioni e Comuni), puntano a trascorrere alcuni giorni la settimana a Roma a spese dello Stato. Cosicché egli li ha accontentati riservando loro un seggio senatoriale.
Le cadreghe a disposizione una volta erano 315, ora sono state ridotte a 100. Per motivi di risparmio. Effettivamente, la nuova istituzione, per quanto superflua, costerà meno che in passato: non più 315 stipendioni, ma soltanto 100 note spese. Evviva. Peccato che il personale del Senato, ottimamente retribuito e numerosissimo (malgrado non faccia un tubo che abbia un senso), nonostante la riforma, non venga ridotto, cosicché alla fine dei conti gli oneri complessivi dell'istituzione rivoluzionata non diminuiranno se non di pochi euro. Tutto ciò non ha turbato i sonni né del governo né dei parlamentari chiamati a ratificare l'innovazione. I politici - e coloro i quali la commentano - non trovano nulla da ridire sulla riforma-porcata, però hanno messo in piedi un gran casino per criticare il fatto che ai senatori residuali, e più che dimezzati, sia stata incautamente concessa l'immunità.
Che significa? Se un senatore avesse qualche grana giudiziaria, cosa che succede spesso, non potrebbe essere arrestato senza il parere favorevole dell'aula di appartenenza. Esattamente ciò che è previsto per i deputati della Camera. Uguaglianza assoluta. Dov'è lo scandalo? Non lo sappiamo. Sappiamo soltanto che - immunità o non immunità - finora il furto è stato tranquillamente praticato da parecchi di coloro che dedicano la loro vita alla politica e alla grassazione sistematica.
La domanda che ci poniamo è questa: è lecito o no che i senatori non eletti dal popolo godano del privilegio di non essere perseguiti qualora commettano un reato comune? Secondo noi, sì. E lo sarà finché la magistratura avrà facoltà di dare addosso ai parlamentari senza che costoro siano in condizione di difendersi da attacchi politici finalizzati a danneggiare questo o quello schieramento partitico. Insomma, sino a quando i Pm non dipenderanno dal governo, come accade in parecchi Paesi, si muoveranno sempre a loro discrezione, e i rappresentanti del popolo saranno in balia dei giudici. Se si consegna nelle mani dell'apparato giudiziario la possibilità d'incarcerare i parlamentari in base a valutazioni non tecniche, non c'è salvezza.
Un membro del Senato (seppure scelto indirettamente dalla gente), non deve essere toccato mentre svolge il suo mandato. Lo sarà, viceversa, nel momento in cui avrà cessato di ricoprire l'incarico affidatogli.
In effetti la Costituzione - definita propriamente o impropriamente «la più bella del mondo» - acquisì il principio dell'immunità per una ragione molto semplice: per equilibrare il potere dei Pm indipendenti e in grado di vanificare la volontà dei cittadini; in altre parole, per impedire alle toghe di procedere contro qualcuno per questioni politiche e non tecniche.
È vero che un Senato riformato presenta alcune novità, ma è altrettanto vero che chi ne fa parte non può essere discriminato rispetto ai colleghi della Camera. Quindi, per favore, basta romperci l'anima con questa faccenda: se desideriamo cancellare l'immunità parlamentare, cancelliamo anche lo strapotere dei Pm, i quali se adesso puntano a delegittimare un onorevole o un senatore ci mettono due minuti: lo incriminano e lo costringono a togliersi dall'agone politico prima ancora di essere condannato. Ciò non è consentito in alcun Paese del mondo.

Se proprio si desidera arrivare fino in fondo, si abolisca il Senato e non il diritto dei senatori a lavorare in serenità.

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