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"Smonta il diritto alla salute". Schlein attacca Meloni, ma a sinistra in pochi la seguono

La segretaria del Pd torna a prendersela con il governo, dopo essersi già scagliata sul tema dei migranti, e cerca di unificare le opposizioni sulla sanità, ma al momento il suo appello rimane lettera morta

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Dopo il pesante attacco sul decreto migranti, sulla scia della sentenza giunta da Catania, Elly Schlein torna nella stessa giornata a scagliarsi contro il governo: questa volta il tema è la sanità. La segretaria nazionale del Partito Democratico non ha dubbi: "Il governo di Giorgia Meloni continua a tagliare il servizio sanitario nazionale mentre un italiano su cinque rinuncia a curarsi a causa della crisi. La situazione della sanità pubblica - è la sua convinzione - costringe sempre più italiani a non curarsi e la risposta del governo è tagliare ancora fondi: un atteggiamento gravissimo e incomprensibile che non faremo passare sotto silenzio". Insomma: "Tutte le persone devono sapere che Meloni mentre cerca un nemico al giorno sta smontando pezzo per pezzo il nostro diritto alla salute".

Una linea che viene seguita totalmente da esponenti dem in ordine sparso, con una serie odierna infarcita di dichiarazioni tutte di questo tenore. E pazienza se - proprio pochissimi giorni fa, in occasione della presentazione della Nadef - sia il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, sia il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato abbiano parlato espressamente di un "rinnovo contrattuale del pubblico impiego, con una particolare attenzione al settore sanitario" nonché di un "rafforzamento del Fondo sanitario nazionale" nell'imminente legge di Bilancio. Il tormentone è (e "deve" rimanere a sinistra) sempre lo stesso: al governo non interessa nulla della salute dei cittadini.

E così, con l'occasione di annunciare la convocazione della direzione del Pd per questo giovedì, la Schlein invita tutti i partiti di opposizione a unirsi a lei nella battaglia a favore della sanità pubblica per cercare di mettere in difficoltà l'esecutivo di centrodestra. Peccato che, in questo preciso momento, a essere in difficoltà sono proprio i componenti del presunto "campo largo". Perché per un Carlo Calenda che ora è soprattutto concentrato a dedicare tweet velenosi contro Stellantis e la famiglia Elkann per come hanno gestito la Marelli di Crevalcore (anche se gli operai hanno voltato le spalle al leader di Azione), il Movimento Cinque Stelle avrebbe chiesto di poter fare un approfondimento al proprio interno. Risultato? La proposta unitaria delle opposizioni in difesa della sanità pubblica si è arenata. E tra i dem si sussurra che se qualcuno tra i loro alleati dovesse sfilarsi, sarebbe piuttosto strano: "Noi ci siamo, ora vediamo se c'è la volontà politica di andare avanti".

Ma tra i grillini, al momento, c'è ancora chi bellamente fischietta per non andare ancora incontro a una battaglia persa.

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