Politica

Lo sport nazionale del salto sul Grillo

Da Unicredit a Goldman Sachs, dagli imprenditori ai cantanti, dai politici ai filosofi. Ecco l'esercito dei grillini dell'ultim'ora

Il leader del Movimento 5 stelle Beppe Grillo
Il leader del Movimento 5 stelle Beppe Grillo

Avanti un altro. Chi lo sostiene senza remore, chi nutre simpatia, chi dispensa consigli. L'esercito degli accoliti di Beppe Grillo si fa sempre più numeroso. Non passa giorno che non salti fuori un nuovo ammiratore. Sul blog dell'ex comico genovese campeggia la mappa del potere (una sorta di piattaforma attraverso cui è possibile stanare i conflitti di interesse e i legami parentali all'interno delle aziende italiane), ma non stupirebbe se a questa si aggiungesse anche quella del consenso.

Dall'imprenditoria alle banche, dal mondo cattolico a quello dello spettacolo, dai cantanti ai politici. E chi più ne ha più ne metta. Tutti sul carro del Movimento 5 Stelle. L'ultimo in ordine di apparizione è Giuseppe Vita, presidente di Unicredit. "Grillo mi sta molto simpatico e lo stimo anche", ha ammesso a margine di una lectio magistralis all’università Cattolica di Milano, aggiungendo poi l'auspicio che il leader del M5S "possa capire che ha vinto le elezioni e in maniera democratica, cioè sentendo i suoi, possa usare questo enorme potere che ha in mano". Rivolgendosi poi agli studenti che lo ascoltavano, Vita ha invitato loro a prendere Grillo come esempio, perché "è un principio, voi dovete farvi sentire, democratizzando un po' la sua idea".

Poco tempo fa, dalla galassia dei poteri forti era arrivato un altro endorsement: quello di Goldman Sachs. Il presidente Jim O'Neill, all'indomani delle elezioni politiche, parlò di "risultato abbastanza entusiasmante" e del "particolare fascino di massa del Movimento Cinque Stelle" che "potrebbe essere il segnale dell'inizio di qualcosa di nuovo". Prima di lui, si espresse anche Credit Suisse. Che, pur ravvisando i pericoli insiti in alcune posizioni grilline (in primis quella sul referendum sull'Euro), evidenziò il fatto che "proprio il tentativo di arginare l'ascesa di forze populiste potrebbe spingere la Banca Centrale Europea a un ulteriore abbassamento dei tassi d'interesse per dare ossigeno all'economia, compressa dalle misure di austerità".

L'appoggio nei confronti di Grillo è arrivato pure dagli Usa. "Voi giovani siete il futuro dell’Italia. Voi potete prendere in mano il vostro Paese e agire, come il Movimento 5 Stelle, per le riforme e il cambiamento", ha dichiarato stamattina l’ambasciatore Usa a Roma David Thorne parlando agli studenti del Liceo Visconti di Roma.

Dalle banche al mondo dello spettacolo il salto è identico. Oltre al celebratissimo Dario Fo, si sono aggiunti Adriano Celentano, Eros Ramazzotti ("Amo Grillo da tempi non sospetti; la loro idea è buona. L'ho seguito, c'è bisogno di un cambio netto"); Michele Placido, Fiorella Mannoia, Franco Battiato ("Grillo ha un’intelligenza politica a dir poco notevole, rivoluzionaria, come Crocetta"), Raffaella Carrà ("Spero portino avanti la loro rivoluzione"), Venditti ("Condivido l'aspetto morale delle battaglie di Grillo"), Max Gazzè ("Stimo Grillo per il suo impegno"), Giovanni Allevi ("Sono il Beppe Grillo della musica").

Anche nel mondo imprenditoriale si annoverano neogrillini. Come Arturo Artom - uomo di telecomunicazioni - passato da sostenitore di Berlusconi a imprenditore grillino nel giro di un nanosecondo. O come il patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, secondo cui l'idea di Grillo premier non sarebbe una assurdità, anzi "non credo che sia più stupido di quelli che l'hanno preceduto. È un movimento fatto di giovani, io aspiro al cambiamento". Poi c'è la Coldiretti, che col M5S trova "grande sintonia sulla difesa del made in Italy, la difesa del territorio e della nostra agricoltura". Al presidente Sergio Marini "Grillo piace molto quando parla del nostro olio di oliva".

Non poteva mancare l'universo della politica, regno del trasformismo e dei voltagabbana. Nichi Vendola è passato dal definire Grillo un "populista" a paragonarlo a Pannella. Per il sindaco di Bari, Michele Emiliano, "il premier deve essere Grillo, rappresentante del primo partito italiano. Sarebbe come Ronald Reagan". Esponenti del Pd, dopo averlo demonizzato, ora diventano morigerati e sono pronti ad ascoltare le sue istanze. I neofiti grillini sono spuntati anche in Rai, dove sta per sorgere un gruppo dei Giornalisti Liberi a Cinque Stelle guidato da un redattore del Televideo, Fabrizio De Jorio.

Persino l'Osservatore Romano ha scritto del Movimento 5 Stelle definendolo "un fenomeno trasversale che con ancora troppa superficialità viene liquidato come espressione di antipolitica, di populismo o di demagogia". Infine, nella mappa del consenso rientrano professori come Ernesto Galli della Loggia e filosofi come Massimo Cacciari. Tutti lì a strizzar l'occhio a Grillo. Tutti lì a saltare sul carro. Finché c'è tempo.

Finché c'è spazio.

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