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Vergognati”. Renzi attacca il “compagno” Landini sul Jobs Act

Il leader di Italia smonta la campagna anti-Jobs act della Cgil: "Vergognati compagno Landini. Dalla Cgil solo bugie"

“Vergognati”. Renzi attacca il “compagno” Landini sul Jobs Act

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“Vergognati”. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, non usa tanti giri di parole per attaccare la Cgil e Maurizio Landini. Il no comment del sindacalista rosso di fronte alle domande sul caso di Massimo Gibelli, l’ex portavoce del segretario generale licenziato da Landini e soci, non ha convinto per nulla l’ex presidente del consiglio.

Renzi attacca Landini

Il commento al veleno di Renzi è affidato ai suoi principali canali social. "Guarda guarda, il segretario della Cgil, Maurizio Landini, quello che fa sempre la morale a me, guarda guarda". Lo schermo è diviso in due: da una parte Matteo Renzi, dall’altra la scena muta di Landini di fronte all’inviato di Quarta Repubblica che chiedeva conto del dipendente Cgil licenziato dal sindacato. Il paradosso è servito. Il leader di Italia Viva ha buon gioco nell’attaccare un sindacato colmo di contraddizioni interne e non solo.

"Quel lavoratore è stato licenziato - spiega Renzi - con la legge prima del Jobs Act. Se ci fosse stata già in vigore quel signore avrebbe avuto più diritti. E la Cgil non avrebbe potuto fare quello che ha fatto". La campagna referendaria anti-Jobs Act, promossa dalla Cgil e sostenuta dal nuovo corso dem targato Schlein, viene ribaltata in un secondo.

Le contraddizioni della Cgil

A poco serve, dopo la figuraccia davanti alle telecamere, la precisazione di Maurizio Landini nel merito. La difesa del sindacato rosso, affidata a una nota, è peggio del previsto:"La Cgil ha proceduto ad una sua riorganizzazione interna - ha spiegato Landini - e la scelta che è stata fatta è quella di non avere più la figura del portavoce. Nella riorganizzazione questo è un lusso che non possiamo più permetterci”.

La difesa del sindacato fa acqua da tutte le parti. “Non a caso – continua il numero uno della Cgil - io non ho più nessun portavoce, quindi abbiamo semplicemente fatto una riorganizzazione che va in questa direzione, né più né meno”. Il “padrone” Landini, come lo definisce la prima pagina de Il Riformista di oggi, non riesce a scrollarsi di dosso la polvere sollevata dal caso Gibelli, storico portavoce anche di Sergio Cofferati e Susanna Camusso, ora licenziato per “giustificato motivo oggettivo”. "La verità è che sulla vicenda del Jobs Act la Cgil ha raccontato un sacco di bugie”, conclude Matteo Renzi sui social.

Il messaggio finale è un attacco diretto al segretario del sindacato: “Vergognati compagno Landini".

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