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Zittire un ministro è da fascisti”. Renzi smonta i deliri di Saviano e Murgia

Il leader di Italia Viva si scaglia contro i manifestanti anti-Roccella e i "cattivi maestri" della sinistra: "Zittire un ministro, questo sì, è da fascisti".

“Zittire un ministro è da fascisti”. Renzi smonta i deliri di Saviano e Murgia

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“Zittire un ministro è da fascisti”. Renzi smonta i deliri di Saviano e Murgia

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La bruttissima vicenda che ha visto coinvolti il ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, e i fanatici contestatori, ha diviso in due la politica italiana. Da una parte, gli amanti del libero pensiero e del libero confronto, dall’altra gli odiatori seriali che invocano il “diritto di impedire di parlare”. Una grossa fetta della sinistra, radicale e non solo, si è schierata fin da subito al fianco dei contestatori antidemocratici. Dalla segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, fino allo scrittore impegnato, Roberto Saviano, la grancassa della sinistra ha sparato a palle incatenate contro il ministro Roccella e le fantomatiche “provocazioni” della destra. Solo una voce nell'opposizione si distingue per onestà intellettuale e spirito democratico. È quella di Matteo Renzi, leader di Italia Viva e neo direttore del Riformista, che attacca le provocazioni, quelle vere, della sinistra e difende a spada tratta il free speech.

Il commento di Renzi

Il commento del leader fiorentino, sulle colonne del Riformista, è un attacco spietato alla sinistra politica e intellettuale. Quella parte di opinionisti, parlamentari e scrittori che confonde, più o meno volontariamente, il diritto di contestazione legittimo con il tentativo, più o meno violento, di impedire ad un ministro di esprimersi.“Il Salone del Libro – ricorda giustamente Renzi – è una colonna delle istituzioni di questo Paese. Ne abbiamo apprezzato il messaggio universale: la cultura salva il mondo. Poi però è arrivato il fattaccio”. E qui, il leader fiorentino, descrive perfettamente la visione anti democratica dei fanatici contestatori della sinistra.“Alla ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, - non usa tanti giri di parole – è stato impedito di parlare”. “A Roccella – continua Renzi – è stato impedito il confronto al grido di ‘via i fascisti dal salone”.

La situazione paradossale, se non si trattasse di una vicenda estremamente seria, farebbe divertire chiunque. Il sedicente “democratico” contestatore che, per un verso grida all’allarme fascismo e, per altro verso, utilizza metodi fascisti per reprimere l’opinione sgradita. “Pasolini – ricorda Renzi – titolò un suo libro proprio così: “Il fascismo degli antifascisti”. Una descrizione azzeccata e più attuale che mai. “Ma chi è un fascista oggi? – si chiede il numero uno di Italia Viva – Uno che prova a dire quello che pensa o uno che nega agli altri il diritto di parola? Chi ha impedito a Eugenia Roccella di parlare non ha manifestato un diritto: ha negato il diritto democratico di un’altra persona”.

Renzi attacca Saviano e Murgia

Il percorso per archiviare questa piacevole situazione non era difficile da attuare. Difesa bipartisan attorno al ministro Roccella, tutela del libero pensiero e prese di distanza nette dai metodi incivili utilizzati dai contestatori. “Invece – sottolinea Renzi – alcuni maestri del pensiero contemporaneo, cattivi maestri si sarebbe detto una volta, hanno spiegato che ‘la contestazione alla Roccella è quanto di più sano possa avvenire in una democrazia (Roberto Saviano) e che ‘quello che tu hai fatto e che è scritto e teorizzato in questo libro ha reso la mia vita peggiore, quindi io non ti lascio parlare: non ne hai il diritto’ (Michela Murgia)".

Il retropensiero antidemocratico di certa sinistra non cambia mai: negare l’opinione sgradita è un esercizio politico legittimo.

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