Cronaca locale

La madre vuole che studi di più. Lei si lancia dalla finestra

Il dramma in un palazzo nel centro di Milano. La ragazza, figlia di un noto penalista, stava preparando la maturità

Milano - Gli amici e i compagni di scuola ieri pomeriggio si sono raccolti davanti a casa sua per abbracciarsi e piangere, disperati, incapaci di aggrapparsi a un perché, a un motivo qualsiasi che aiutasse a comprendere e a farsi una ragione. È ancora arduo capire cosa abbia spinto veramente Lavinia a togliersi la vita a soli 18 anni, ma è così che è andata e scavare nel cuore e nell’'anima tormentati di questa ragazza serve a poco. Questa splendida liceale - una bellezza mora e pensosa dell'’alta borghesia milanese, figlia maggiore di un avvocato penalista, allieva dell'’ultimo anno del liceo classico «Cesare Beccaria» e ammessa di recente alla maturità con ottimi voti - ieri pomeriggio si è lanciata nel vuoto dalla finestra della sua camera da letto, al quindicesimo piano di uno stabile signorile di via Vincenzo Monti, nel cuore della Milano più benestante. Aveva appena litigato con la madre. In realtà un diverbio, nulla di più. «L’'ho esortata a prendere lezioni di greco - ha spiegato ieri pomeriggio la donna alla polizia - Lei era agitata, sotto pressione...La nostra discussione è durata una manciata di secondi. È andata nella sua stanza, si è chiusa la porta dietro le spalle e poi...Credevamo fosse caduta, non potevamo pensare che a un incidente. Perché avrebbe dovuto togliersi la vita? E invece si è buttata di sotto. E per quella discussione...Non posso crederci, non posso...».

«L’'avevo chiamata un’ora e mezza prima. Sapevo che era agitata - ha detto il fidanzato che ieri, in preda alla rabbia e alla disperazione, stava per avventarsi contro un fotografo che, giunto sul posto dopo la tragedia, immortalava la casa della ragazza con il suo obbiettivo -. Le facevo delle domande, rispondeva tutt'’altro. Mi sono preoccupato e ho parlato con sua madre, mi ha risposto che Lavinia non si sentiva bene, sembrava avesse la febbre...Ma chi l’'avrebbe mai pensato che più tardi avrebbe fatto un gesto simile? Aveva i problemi di tutti, niente di più...Non posso credere che l’'abbia fatto per gli esami di maturità».

Campionessa di ippica (aveva vinto anche gare internazionali) Lavinia aveva tutte le possibilità per essere una vincente anche nella vita. «Purtroppo siamo convinti che non abbia saputo reggere la pressione dello studio, degli esami, del futuro in una parola - ha spiegato ieri sera la polizia dopo aver parlato con la famiglia -. E che, per questo, abbia deciso di andarsene. Per non doversi più confrontare con un’'esistenza con la quale non riusciva più a misurarsi: per come sono andate le cose, per quello che ci hanno detto i genitori e i due fratelli, l’'unica spiegazione del suo gesto è che queste lezioni di greco di cui ha parlato con la madre le siano sembrate un macigno impossibile da superare. La sua mente in quel momento non ha più ragionato, ha dato forfait».

Eppure Lavinia non aveva mai avuto problemi di depressione. Era una ragazza intensa, profonda, che interiorizzava le proprie emozioni, come si capisce da quel che scrive sul social network Facebook. «Ma è la tenerezza che ci fa paura, sei nell’'anima» ha scritto lo scorso 21 aprile citando l’omonima nota canzone di Gianna Nannini. «E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire, e stringere le mani per fermare qualcosa che è dentro me» rifletteva il 9 maggio citando Lucio Battisti.

Fino a tornare alla frase agghiacciante del 26 gennaio scorso, tratta da una nota canzone di Tiziano Ferro: «Lo sanno tutti che in caso di pericolo si salva solo chi sa volare bene».

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