Cronaca locale

«Accuse vaghe» su Mantovani Il fascicolo torna in Procura

Va a sbattere per la seconda volta in pochi giorni contro una severa bocciatura l'indagine bis della Procura di Milano contro Mario Mantovani, ex vicepresidente della Regione. La settimana scorsa la Cassazione aveva annullato il provvedimento di sequestro per oltre un milione di euro chiesto dal pm Giovanni Polizzi. Ieri il giudice preliminare Roberto Arnaldi ha addirittura azzerato l'inchiesta rispedendo gli atti in Procura: le accuse per le quali il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio sarebbe talmente «vaghe e generiche» da non potersi nemmeno tradurre in un capo di imputazione.

Mantovani, come è noto, è sotto processo per le accuse di corruzione e concussione, per le quali venne arrestato il 13 ottobre 2015 e rimase quaranta giorni a San Vittore. Il processo si è trascinato per quasi tre anni, e ora è prossimo alle battute conclusive: mercoledì prossimo il pubblico ministero inizierà la sua requisitoria, poi la parola passerà alle difese.

Nel frattempo la Procura aveva continuato a scavare sui rapporti tra due onlus riconducibili a Mantovani e la Spem srl, una società immobiliare controllata anch'essa dall'ex vicepresidente della Regione. Versando degli affitti per dei locali che di fatto non utilizzavano, secondo la Procura le onlus facevano arrivare a Mantovani parte dei finanziamenti pubblici che ricevevano. Poiché, sempre secondo il pm, gli amministratori delle onlus sono equiparati a pubblici ufficiali, era scattata l'accusa di peculato, e nel novembre scorso il dottor Polizzi aveva sequestrato un milione e trecentomila euro, ovvero l'intero ammontare degli affitti. Ma nel marzo successivo la Cassazione aveva annullato il sequestro ritenendo «non configurabile, nemmeno in astratto ed alla luce della stessa ricostruzione dei fatti proposta dalla pubblica accusa, il delitto di peculato». I fondi incassati dalle onlus, aveva stabilito alla Cassazione, «non sono certamente fondi pubblici». La Procura aveva rimpiazzato l'accusa di peculato con quella di truffa fiscale. Davanti al giudice preliminare l'avvocato Davide Steccanella, difensore di un imputato minore (l'ex contabile di Mantovani, Antonio Pisano) ha fatto presente che il nuovo capo di imputazione risultava talmente evanescente da non permettere agli imputati di capire da cosa dovessero esattamente difendersi. I difensori di tutti gli altri imputati, Mantovani compreso, hanno fatto propria la contestazione. E il giudice Arnaldi ha accolto la tesi. La decisione rende nulla la richiesta di rinvio a giudizio e rispedisce il fascicolo indietro fino alla fase delle indagini preliminari. Che farà la Procura?

LF

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