Cronaca locale

Baby sitter per aiutare chi fa i controlli al seno

Al Policlinico una sala accoglie i figli delle donne che si dedicano a prevenzione e cura

Baby sitter per aiutare chi fa i controlli al seno

Un maxischermo perché i bambini possano vedere i cartoni animati, cavallucci a dondolo, un materassino che in realtà è una tenda che in realtà è una mini casa in cui giocare, didò, pongo e soprattutto volontarie baby sitter che rassicurino le mamme in attesa dei controlli per prevenire il tumore il seno. La baby room è attiva da ieri alla Mangiagalli, reparto di Radiografia senologica del Policlinico, e l'aspettativa dell'ospedale è che sia d'aiuto alle tante donne che rimandano i controlli perché non sanno dove lasciare i bambini.

Accudire figli e nipoti è un compito che a volte costringe a dimenticare se stesse. «Molto spesso mamme e nonne non sanno come organizzarsi e dove lasciare i bambini» conferma Maria Silvia Sfondrini, responsabile Radiologia senologica del Policlinico. «Purtroppo, già se una donna che lavora ha un problema tende a rimandare il controllo perché non ha mai tempo, figurarsi per la prevenzione, che tutto sommato è l'ultimo problema. Eppure la prevenzione, anche in letteratura oltre che nella nostra esperienza, è fondamentale perché accresce la possibilità di guarigione e comunque aiuta a migliorare la qualità della vita anche quando viene diagnosticata una malattia».

La nuova sala sarà a disposizione delle donne che effettuano screening di prevenzione, ma anche di quelle che devono affrontare percorsi diagnostici e cure per la patologia mammaria. Baby room ma non solo, perché la sala potrà essere usata anche per l'allattamento e così venire in soccorso delle mamme che non possono separarsi dai bimbi molto piccoli o che hanno problemi di mastite dopo la gravidanza. Oppure accogliere i volontari o ancora essere destinata a colloqui riservati tra i medici e le pazienti. Ma l'area è soprattutto a misura di bimbo, così anche se si trova al livello meno uno, perché qui si trova la radiologia, in fondo c'è una finestra digitale che sembra una finestra da cui entra luce vera, costruita per evitare di mettere i bambini nell'ambiente opprimente di un sottorreneo. Dopo il taglio del nastro, sono arrivati i primi piccoli ospiti: uno è stato affidato alla stanza perché la mamma stava facendo un controllo, un altro perché la mamma doveva fare la coda e il bimbo era molto piccolo, un paio di donne sono entrate più per curiosità che per altro.

Ogni anno vengono effettuati nel reparto 12mila screening, più le mammografie di clinica, le ecografie mammarie e tutta la parte di interventistica, come biopsie e controlli prechirurgichi che portano a 30mila il numero delle prestazioni. L'apertura della sala (ufficialmente Poli.Comfort room) è garantita dalle 8,30 alle 16, 30 ma può prolungarsi in base alle esigenze e alla richiesta, grazie alla collaborazione dei volontari dell'Abio.

«Il nostro reparto cerca di offrire anche accoglienza alle pazienti, sia nei rapporti umani che dal punto di vista ambientale, per far sì che le donne siano più invogliate a svolgere attività di prevenzione» spiega ancora Maria Silvia Sfondrini. E conclude: «Cerchiamo di rendere l'ambiente ospedaliero più gradevole e meno angosciante»

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