Cronaca locale

«Basta Soliti Idioti, ora penso al teatro e alla regia»

L'attore e conduttore andrà in scena sul palco del Leonardo con il monologo «Proprietà e Atto»

Ferruccio Gattuso

Al Solito Idiota il solito viene a noia. Si stufa proprio. Non chiedete dunque a Francesco Mandelli di andare avanti d'inerzia con le cose che fa perché la reazione, detta papale papale da lui stesso, è la seguente: «Mi deprimo». Ecco perché l'attore di cinema e fiction, ex veejay di Mtv, fenomeno YouTube insieme a Fabrizio Biggio proprio ne I Soliti Idioti e tanto altro ancora si cuce su misura, per la prossima stagione, un monologo teatrale diretto da Leonardo Lidi, dal titolo impegnativo: Proprietà e Atto. Che sta già strappando date nel Nord Italia e che sarà a Milano dal 14 al 17 febbraio 2019 al Teatro Leonardo.

«Proprietà e Atto», titolo ostico: sicuro che si ride?

«Il titolo è ancora provvisorio ma è tratto dall'originale di Will Eno Title and Deed. Eno è un drammaturgo di culto newyorchese, tra i più giovani candidati al Pulitzer alcuni anni fa. Non è un testo banale, ma l'ironia vince su tutto».

Di cosa parla?

«La cornice è questa: un uomo che viene da qualche parte imprecisata, presumibilmente da lontano, si sente alieno, fuori e dentro di sé. Compie dei tentativi per comprendere se stesso, ma proprio non ce la fa: sono tentativi esilaranti e strazianti. Diciamo che il testo parla del nostro essere 'senza dimora' in questo mondo».

Il suo volto, oltre che per I Soliti Idioti, è noto agli spettatori televisivi e a chi ama le commedie cinematografiche in stile Neri Parenti, film come Natale a Miami o Colpi di fortuna al quale lei ha partecipato: non spiazzerà questo tipo di pubblico?

«Può essere, ma per me conta di più la libertà artistica. Pubblico e critica italiani, in effetti, hanno il tic di ingabbiare attori e artisti vari in precisi ruoli. Ma il capitolo dei Soliti Idioti, dopo il web, il teatro e il cinema, è al capolinea. Non voglio essere snob però dai, ora ho quasi 40 anni, si deve andare avanti».

Il cinema non lo molla, però.

«Assolutamente no. Anche se a questo punto mi interessa più stare dietro la macchina da presa. L'ho fatto quest'anno con Bene ma non benissimo, una storia di bullismo cui tenevo molto. E a Ottobre inizio a lavorare, sempre come regista, a una commedia, prodotta da Rai Cinema e Lotus, che per me è una bella sfida. Avrà un protagonista comico fortissimo in tv. Ma non posso dire nulla per ora, vedrete».

E la tv?

«Proseguirò la carriera di inviato a Quelli che il calcio: mi diverto a tal punto che non mi semrba nemmeno di lavorare. Quelli che il calcio è una trasmissione popolare ma con una sua dignità, non scade mai nel trash e non è nemmeno fighetta. Un classico della tv. E poi ci sono gli amici Luca & Paolo a condurre».

Proprietà e Atto è un esordio assoluto in Italia e, per lei, un esordio in monologo proprio a Milano. Teme la piazza della sua città?

«Io sono originario di Osnago, vicino a Lecco. Sono un brianzolo, ma a Milano ci vivo dal 1998. Non posso temere questa città perché la amo profondamente. Mi ha dato tutto, da Mtv in poi. Nei primi anni duemila la vedevo in difficoltà, oggi è animata da nuova vita.

Non mi trasferirei mai altrove».

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