Cronaca locale

Briatore-Plein, coppia da Billionaire

All'ingresso della Galleria il manager apre una boutique con la supervisione dello stilista tedesco

Paola Fucilieri

L'ingresso di una boutique è un punto decisivo per una strategia di marketing di successo. Proprio quella adottata dal negozio milanese ispiratasi al famoso club di Porto Cervo del manager Flavio Briatore, il Billionaire Couture di via Tommaso Grossi 1, punto vendita di abbigliamento maschile situato nel cuore della città, all'ingresso della Galleria Vittorio Emanuele sul lato di via Santa Margherita e il cinque stelle lusso «Park Hyatt».

Che il brand fondato nel 2005 dall'iconico manager cuneese a cui si è aggiunto nel 2007 la business company Percassi sia di alta gamma è presto detto. Varcando la porta ci si trova davanti una borsa da viaggio in coccodrillo rosso fragola che chiunque, anche gli irriducibili amanti del low profile - donne in pole position - desidererebbero possedere (18mila euro il prezzo non proprio accessibile a tutti). Lo stesso dicasi per la ventiquattr'ore e il trolley in coccodrillo verde acido posizionati a poca distanza (rispettivamente 19 e 24mila euro). Articoli preziosi, con finiture di grande qualità e così particolari da far scattare un interesse immediato e soprattutto unisex per i capi esposti.

Interamente prodotto in Italia, il marchio è stato pensato da Briatore sin dall'inizio sulla falsariga delle tradizioni sartoriali più importanti. L'intento è rivolgersi agli uomini che apprezzano i particolari preziosi e gli aspetti più raffinati della moda, sempre in nome della comodità più raffinata, (forse il capo più iconico sono le famose slipper, le scarpe-pantofole che il manager cuneese ha imposto al mondo come vere e proprie icone di stile). Nei giorni scorsi il brand è finito nell'orbita dell'affermato gruppo internazionale guidato dallo stilista tedesco Philipp Plein che ha acquistato una partecipazione di maggioranza in Billionaire Couture allo scopo di renderlo «il più esclusivo dei brand maschili nel segmento del lusso». In realtà Plein, che produce già il suo marchio con il quale sfilerà separatamente in autonomia durante la settimana della moda uomo milanese a giugno, sarà per lo più supervisore del team di Billionaire coordinato dal 2015 da Michael Ködel, stilista di Monaco di Baviera che ha già lavorato per realtà come Hugo Boss e Zegna Couture. Ködel, pur amando il forte impatto di materiali preziosi come appunto il rettile e la pelle in genere, con il suo apporto ha asciugato dal punto di vista estetico i capi realizzati in piccoli laboratori artigianali vanto del made in Italy, ma esposti negli oltre 40 punti vendita sparsi per il mondo, tra la Russia, l'Ucraina, l'Armenia, l'Azerbaijan, il Sud Africa, la Cina, Singapore, Dubai, il Qatar, l'Arabia Saudita e, naturalmente gli Stati Uniti. E in un corner da Harrods a Londra, tanto per citarne alcuni.

Il negozio milanese è articolato come la cabina armadio ideale del Billionaire man che lo racconta dividendosi in più aree a seconda delle occasioni, ma sempre caratterizzata da capi belli e insieme interscambiabili tra loro e confortevoli. Ed ecco i jeans comodi (hanno tutti la back pocket, cioè la tasca posteriore) che lo accompagnano in giro per il mondo tra qualità ed estetica, le giacche casual dove il lusso sta nei dettagli (i bottoni gioiello o una fantasia di fondo che fa pensare al piumaggio di un falco, un animale dominatore e con forti istinti che racconta l'identità di chi indossa il capo) e nelle finiture (veri capolavori).

La cabina è uno scrigno che si apre sul reparto sera dove è esposta anche una giacca composta completamente di paillette nere (una serata a Las Vegas?) per arrivare alle famose slipper, scarpe passepartout sulle quali è riprodotto sempre - oro su nero o tono su tono - il famoso crest creato da Briatore.

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