Cronaca locale

Come cambia Cordusio con i fondi dei cinesi: negozi nell'ex Credit

Cento milioni per i restauri tra la piazza e via Grossi con uffici e terrazza panoramica

Come cambia Cordusio con i fondi dei cinesi: negozi nell'ex Credit

L'area è «a pochi passi di distanza dall'ellisse di preghiera di quello che era il primo insediamento in cui i celti insubri si stabilirono e che all'epoca (590 a.C.) si chiamava Medhelan - ha spiegato Pietro Clemente, executive director asset management di Fosun Hive Holding Italy per questo abbiamo deciso di chiamare The Medelan il nostro progetto». Un nome con un forte richiamo storico al «cuore» di Milano per il restauro dell'isolato che ospitava il Credito Italiano. Un'operazione da cento milioni solo per i lavori che restituirà alla città 12mila metri quadrati di negozi, 20mila di uffici e 2mila di terrazza vista Duomo con ristorante glamour. Un mega intervento, partito nel 2015 con l'acquisto dell'area per 344 milioni di euro, che secondo i progetti degli investitori dovrebbe concludersi nel 2021.

In teoria, nello stesso periodo, dovrebbe essere terminata la pedonalizzazione di piazza Cordusio, ma per ora questo progetto è impantanato nei gangli della burocrazia. Da parte del fondo cinese però sono ottimisti: si tratta di elaborare un placemaking, cioè quello che in architettura vuol dire pensare uno spazio basandosi sulla collaborazione tra pubblico e privato, creandolo con una flessibilità che ne permetta i diversi usi e le necessità della comunità nelle 24 ore. Per fare un esempio pratico, vuol dire che negli uffici sono stati disegnati spazi per gli eventi sia interni alle aziende affittuarie sia aperti alla cittadinanza. In modo da non creare posti chiusi solo per i lavoratori e negli orari classici. Quando però si parla della piazza diventa tutto più difficile perché ci sono più operatori privati oltre al soggetto pubblico.

I lavori sul palazzo procedono, anche se si aspetta a giorni l'approvazione di una variante per dar vita a uno spazio di 55mila metri quadrati in cui, a pieno regime, lavoreranno duemila persone. Un complesso immobiliare composto da tre palazzi con una storia centenaria: quello principale è l'ex palazzo del Credito Italiano (1901, progettato dagli architetti Luigi Broggi e Cesare Nava) che confina lungo la via Tommaso Grossi con l'edificio Magazzini Contratti (1903, Luigi Broggi). Di più recente costruzione (1960, Giovanni Muzio) è l'ala del palazzo che completa la struttura.

L'iniziativa di Fosun sembra essere una conferma della visione di una Milano come luogo dove investire sul lungo periodo, come confermato dallo stesso Clemente: «Riportare questo isolato a uno splendore in fondo abbastanza recente è una sfida che Fosun è orgoglioso di portare avanti, miscelando l'attenzione alla tradizione locale con la spinta all'innovazione che un investitore globale e di lungo termine come Fosun desidera sempre porre al centro delle proprie iniziative immobiliari».

Il manager ha poi ribadito che al momento Fosun non ha una strategia di uscita da questo investimento.

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