Cronaca locale

La «colonna sonora» delle autrici finite nei campi

Musica non solo per creare e vivere ma anche, in alcuni casi - anzi molti, moltissimi - per sopravvivere. La storia moderna insegna.

È il caso, infatti, delle numerose donne compositrici finite nei campi di concentramento e di sterminio nazisti, o comunque coinvolte direttamente nella Seconda guerra mondiale. Un tema tragico che verrà ricordato il «Giorno della Memoria» in tutt'Italia, anche attraverso la musica. In pista per questa data pure la pianista Maria Di Pasquale (nella foto in alto), docente alla Civica Scuola di musica «Claudio Abbado» di Milano diretta da Andrea Melis, con la violinista polacca Estera Kawula (il 23 gennaio in cartellone con il recital «Aggrappate alla musica» al Teatro Keiros nella capitale e il 25 al Polo G. Zanotto a Verona). Riflessioni. «Un concerto di memoria al femminile è la metafora che tentiamo di proporre perché consci dell'eredità ricevuta - viene spiegato -. Pensiamo, per esempio, ai concerti clandestini organizzati da Rosy Wertheim, nell'Amsterdam occupata, di musiche scritte da compositori ebrei messi al bando». Otto opere musicali in tutto nel programma delle due musiciste: per citarne alcuni dall'«Inno israeliano» che apre il recital a «Treumerei» del compositore tedesco Robert Schumann, passando per autrici come Ilse Weber, e Henriette Bosmans.

«Non è un omaggio alle vittime - concludono - ma una presa di coscienza collettiva del fatto che l'uomo è stato capace di questo, la consapevolezza di quello che è accaduto. Che non deve più accadere».

LuPav

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