Cronaca locale

Dalla crisi dell'industria al sogno del turismo: Brescia cerca lo "sprint"

Ripresa dell'export, disoccupazione in calo, ma la città sente il "gap" con Milano e Verona

Dalla crisi dell'industria al sogno del turismo: Brescia cerca lo "sprint"

Brescia alle prese con l'uscita dalla crisi. Brescia che rincorre Milano e Verona. Brescia che segna una ripresa forte dell'occupazione e sogna un rilancio fatto (anche) di turismo, servizi, e brand territoriali forti. La seconda città della Lombardia, cuore pulsante del nord manifatturiero, ha recuperato bene, in linea col resto della Lombardia. La crisi l'ha sentita negli anni scorsi, lo dicono i dati su imprese e occupati negli otto anni dal 2007 al 2015 nel Comune capoluogo. Il settore costruzioni ha faticato. In otto anni, fino al 2015, ha perso il 43% degli addetti, passando da 6.616 a 3.768. E anche la metallurgia ha sofferto: gli addetti del settore «prodotti in metallo» sono scesi da 2961 a 1.536 e quelli «metallurgia» da 2.018 a 1.616. Macchinari e apparecchiature sono rimasti all'incirca sui livelli del 2007, con 335 unità (erano 330) e 3.840 addetti (erano 4.004 nel 2007).

Negli ultimi anni, indubbiamente, la ripresa c' è stata. Gli occupati, complessivamente, adesso sono il 3,4% in più del 2008 e anche i dati della disoccupazione sono confortanti. Già nel confronto 2007-2015 si potevano notare i segni più del settore «alloggio e ristorazione», passato da 4.982 a 5.454 addetti. Gli occupati nelle attività di servizi sociali e alle persone sono passati da 8.840 a 11.097, con un aumento del 25%. Bene anche il chimico-farmaceutico, passato da 504 a 672 addetti. Complessivamente l'industria in senso stretto ha il 7% di occupazione in meno, ma il totale dell'economia bresciana ne conta il 3,4% in più, come detto. Complessivamente, il tasso di disoccupazione (secondo i dati 2017 elaborati dall'ufficio studi e ricerche dell'Associazione industriali di Brescia) si attesta sui un discreto 6,2%, anche se nel pre-crisi era praticamente fra il 3 e il 4%, come dire fisiologico o inesistente, più o meno come accade oggi nel Baden Wurttemberg, uno dei land tedeschi più produttivi, autentica locomotiva europea. Il tasso di disoccupazione giovanile a Brescia è al 17,7% (2017) ma si è in pratica dimezzato in pochi anni.

La provincia, nella classifica del Sole 24 ore, si trova ora al 46° posto su 110. Metà classifica: 43° posto per ricchezza e consumi, al 24° per lavoro e innovazione. La sensazione, in città, è che Brescia per dinamismo segni il passo rispetto a Milano e Verona, gli altri grandi centri del Lombardo-veneto produttivo. Pare che sia come seduta in cerca del suo «sprint». La sensazione è che un territorio ricco di opportunità debba ancora sfruttarle al meglio. Su questo, almeno, punta il centrodestra nel tentativo di riprendere le redini del capoluogo, che domenica vota per eleggere il sindaco. E per questo il centrodestra, oltre a proporre l'abbattimento delle tasse per le start-up giovanili, studia un rilancio del turismo che passa anche da un nuovo marketing territoriale.

A partire dal castello, luogo simbolo della città.

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