Cronaca locale

Darsena, l'ira del mercato: "Ignorati"

I 50 operatori accusano il Comune di non aver rispettato gli impegni

Darsena, l'ira del mercato: "Ignorati"

Hanno subito un calo de gli affari del 50 per cento, non hanno visto rispettati gli impegni presi dell'amministrazione, si sono trovati a pagare il doppio delle spese, nonostante le ampie possibilità di risparmio, si sono dovuti accollare la bolletta dell'acqua di un bar fallito. A quattro anni dall'inaugurazione non hanno ancora un'insegna del mercato, nonostante si fossero offerti di pagarla. Come se non bastasse ora li attende la spada di Damocle del rinnovo del contratto di affitto, della durata di soli sei mesi. Il rischio? La decisione della giunta di mettere a bando i 23 mercati comunali coperti.

Siamo al mercato della Darsena, fiore all'occhiello della giunta Pisapia che riqualificò l'ex porto di Milano (con i soldi dell'Expo), piazza XXIV maggio e rifece il mercato sotto una «teca» di ferro e vetro. Nonostante la nuova veste i problemi non sono mancati e soprattutto gli affari «sono calati del 50 per cento» lamenta un consigliere. «Dopo 4 anni ancora non è stato messo un semaforo o un attraversamento pedonale su viale D'Annunzio, nonostante l'avessimo chiesto all'inaugurazione. Gli anziani per arrivare da via Panteri devono fare un giro lunghissimo attraversando all'altezza di Porta Ticinese, per poi farsi il tratto a piedi fino alla Darsena. Così il ponte che doveva attraversare lo specchio d'acqua, non è mai stato fatto». In sostanza gli operatori lamentano di essere isolati. Manca anche un parcheggio, per permettere a chi fa la spesa, soprattutto i clienti meno giovani, di non doversi caricare borse e sacchetti sui mezzi. «Da Palazzo Marino ci hanno assicurato che entro giugno saranno messo un semaforo e parcheggi a rotazione su viale D'Annunzio, aspettiamo» spiega il fiduciario.

Sul fronte economico i cinquanta operatori lamentano il fatto che «i pannelli solari, installati sul tetto, non sono ancora stati attivati per problemi burocratici. Ci avevano spiegato che avremmo risparmiato la metà delle spese di luce e riscaldamento, ma fino abbiamo pagato tariffa piena».

Ecco allora che il Comune, a fronte del «progressivo degrado delle strutture» e del «calo di interesse della collettività verso i mercati», rilevato che i «costi di adeguamento sono decisamente superiori al valore medio annuo che il Comune di Milano è in grado di impegnare per la manutenzione straordinaria» e che non rendono in termini di affitti a sufficienza, spunta a creare «un nuovo modello di mercato» scrive la giunta il 29 dicembre 2017 nella delibera Linee di indirizzo per il miglioramento dei mercati comunali coperti che non gravi sull'amministrazione e attragga più visitatori. Tradotto: il Comune metterà a bando tutti gli spazi dei mercati coperti per un unico gestore, anche di natura consortile. Il timore è che il nuovo gestore possa aumentare gli affitti, per esempio, costringendo molti operatori a chiudere, o si prenda tutti gli spazi. Polemico il consigliere Fabrizio de Pasquale (Fi): «La Giunta persegue la fine del piccolo commercio in favore della grande distribuzione.

È ingiusto che operatori che hanno contribuito agli investimenti e alla rinascita del Mercato siano costretti a competere con grandi operatori che alla fine insedieranno locali per la movida».

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