Cronaca locale

Derby pure su pizza e bibita: qui costano meno

Lo scontrino medio è di 13 euro, a Roma sale a 19. Il panino al bar è più "salato"

Derby pure su  pizza e bibita: qui costano meno

A Milano il panino al bar costa 4 euro, meno di quanto si spende di media a Messina, dove se ne spendono 7, ma più di quanto costa a Grosseto, dove il prezzo si aggira in media sui 2,8 euro e nella capitale:a Roma la spesa è di 3,8 euro. È uno dei dati sui prezzi per città dei consumi alimentari rilevati dalla Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi, che ieri presso Confcommercio ha presentato il rapporto 2016 sulla ristorazione. Per quanto riguarda invece una pasto consumato in pizzeria, a Milano lo scontrino medio (pizza e bibita) è di 13 euro, a Roma sale fino a 19 euro, la più cara d'Italia, mentre a Vercelli e Trieste ce la si cava con poco più di 8 euro. Il caffè consumato al bar, invece, costa 1,10 euro di media a Milano (1,50 il cappuccino), più «amaro» il caffè solo a Brescia dove la media è di 1,30 euro. A livello generale, secondo l'indagine, a fronte di un incremento medio tendenziale dell'1,3%, i prezzi dei servizi di ristorazione presentano nel mese di agosto 2016 «una significativa variabilità territoriale in una forchetta compresa tra il-1,6% della Calabria ed il +2,8% della Sardegna. Le variazioni più robuste, ma sempre nell'ambito di valori sostenibili, si rilevano nelle regioni del nord dove la dinamica dei prezzi viene alimentata da una domanda più solida». In Lombardia il dato si attesta all'1% di aumento.

La stessa ricerca rivela poi a livello nazionale un calo dei consumi alimentari domestici (-12% tra il 2007 e il 2015) mentre crescono i consumi fuori casa, che valgono ormai il 35% del totale dei consumi alimentari delle famiglie. E si registra un boom del take away (+41,6%), mentre calano i consumi al bar (-9,5%) nei centri storici. Sui consumi fuori casa, a colazione le donne preferiscono i bar/pasticceria (65%), le trattorie e le osterie scalano le preferenze degli italiani nel week end e battono le pizzerie. Solo un consumatore su cento è disposto a pagare più di 50 euro per una cena.

«I dati relativi al 2016 confermano la ripresa dei consumi per il settore del fuori casa e la centralità del lavoro nel settore, dimostrata dal forte aumento dell'occupazione - ha dichiarato Lino Stoppani, presidente Fipe -.

L'incremento occupazionale è stato inoltre favorito dallo strumento dei voucher, una risorsa vitale per un settore caratterizzato da stagionalità e picchi di lavoro imprevedibili».

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