Cronaca locale

La difesa di Sala: «Il pg cambia ancora accusa» Slitta l'udienza

Cristina Bassi

Avrà un'altra puntata, il prossimo 29 marzo, la lunga udienza preliminare davanti al gup Giovanna Campanile per decidere sul rinvio a giudizio - tra gli altri - di Giuseppe Sala (nella foto). Il sindaco, in veste di ex ad di Expo, è accusato in concorso con l'ex manager Angelo Paris di abuso d'ufficio nel procedimento con al centro l'appalto del verde per l'Esposizione del 2015.

Intanto ieri in aula i sostituti procuratori generali Vincenzo Calia e Massimo Gaballo nel corso delle repliche hanno in parte modificato l'imputazione a carico di Sala. L'ipotesi di reato e i fatti cui si riferisce restano gli stessi, cambiano i riferimenti normativi delle presunte violazioni del sindaco. In particolare, nell'affidare senza gara l'appalto per 6mila alberi alla Mantovani spa, avrebbe trasgredito non solo il Codice degli appalti ma anche le prescrizioni europee. Un semplice ritocco? Un cavillo tecnico? Il fatto è che, come fa notare la difesa di Sala, non è la prima volta che i sostituti pg apportano modifiche in corsa.

«È la quarta volta che viene modificata l'imputazione - sottolinea l'avvocato Salvatore Scuto - e questa è la riprova dell'insussistenza e della debolezza dell'ipotesi d'accusa. È assolutamente inusuale che nel corso dell'udienza preliminare, dopo aver già concluso, la pubblica accusa si determini a modificare il capo di imputazione, è un tentativo di superare le obiezioni a tempo scaduto». Proprio a causa della modifica del capo di imputazione da parte della Procura generale, il giudice ha deciso di rinviare la decisione al 29 marzo. Il legale ha spiegato che al sindaco in un primo momento era stato contestato solo il falso (accusa per cui è già a processo), poi anche la turbativa d'asta (chiesta l'archiviazione) e in seguito l'abuso d'ufficio, «ora modificato». Per Scuto, «è come se in una partita arrivata ai tempi supplementari si dicesse che da oggi non si gioca più a calcio ma a basket».

Sempre nell'udienza di ieri Giampaolo Chiarotto, ad della Mantovani che è coinvolta nel procedimento in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, ha dichiarato che per i lavori della Piastra la sua società deve ancora ricevere da Expo spa 10 milioni di euro.

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