Cronaca locale

Dix sfida Bahrami in scena "Giochi" di note e parole

Show semi-serio: l'attore recita storie di Manganelli e il pianista replica con le "Goldberg" scritte da Bach

Dix sfida Bahrami in scena "Giochi" di note e parole

Trenta per cento uguale spettacolo. Si affida alla matematica il progetto artistico di Gioele Dix, attore (anche) comico, e Ramin Bahrami, musicista virtuoso del pianoforte, convogliato in «30 X 100», atteso al Teatro Dal Verme questa sera in data unica (ore 21, ingresso 25-15 euro, informazioni al numero 02.87.90.52.10): gioco di numeri per raccontare il dialogo tra note e parole in un incessante rincorsa tra le une e le altre, dove i percorsi ritmici e melodici delle mitiche «Variazioni Goldberg» di Johann Sebastian Bach si affiancano alle surreali storie cesellate da Giorgio Manganelli, autore della raccolta «Centuria».

Lo spettacolo, nato per caso da un'amicizia scoccata «grazie a conoscenze in comune», è il primo di una trilogia che, sul palcoscenico a due passi da piazza Castello, porterà nel cartellone della terza edizione di «Serate Musicali Off» - anche la cantante Cristina Zavalloni (27 marzo) e il Gomalan Brass Quintet (10 aprile). «La Centuria di Giorgio Manganelli consiste in cento racconti brevi di una sola pagina e mezzo ciascuno, composti da questo scrittore non conosciuto quanto meriterebbe spiega Gioele Dix Venni a contatto per la prima volta con la prosa di Manganelli sul finire degli anni Settanta, successivamente portai in scena alcuni di questi racconti insieme al cantautore bolognese Mario Guarnera, negli anni Novanta, proprio a Bologna.

Oggi, l'occasione nasce dal contatto con il Maestro Ramin Bahrami: il linguaggio usato da Manganelli, usato in modo ritmico particolare, scandisce testi non facili, surreali, che evocano mondi strani con personaggi altrettanto strani. C'è l'inquilino che non esiste, la città felice di essere rapinata, un uomo che cerca di passare da un'ora all'altra senza sbriciolarsi. Alcune di queste storie, negli anni, le ho addirittura imparate a memoria. Diciamo che è Manganelli è una mia piccola ossessione».

Il «gioco semiserio» - come lo definiscono insieme Dix e Bahrami sta nel alternare e affiancare i ritmi di Manganelli a quelli di Bach. Il sommo Bach, di cui il pianista iraniano è uno dei migliori interpreti.

L'entusiasmo di Bahrami è sincero: «Quando sento Dix recitare - spiega il musicista - è come se un ulteriore voce musicale si aggiungesse alla partitura bachiana. In questo progetto vedo quel sogno di opera totale che avrebbe esaltato un pazzoide come Richard Wagner. Senza dimenticare i due ingredienti che muovono tutto: l'ironia e la profondità. E di ironia ne aveva molta anche Bach, uno che non si prendeva troppo sul serio e che, con i suoi tredici figli, spesso suonava e cantava in casa arie popolari».

Musica classica e letteratura possono divertire? Ne è certo Bahrami, mentre Gioele Dix conclude con un pizzico di amarezza: «Ci si può vedere, in tutto ciò, una proposta un po' alta e complessa.

Ma in un periodo di frequenti bassezze come è quello attuale, forse una cosa del genere serve».

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