Cronaca locale

Expo, il pg insiste: "Sala sia processato"

Il sindaco: «Vado avanti fiducioso». La difesa: accuse fuori dalla realtà

Expo, il pg insiste: "Sala sia processato"

Milano Giuseppe Sala deve andare a processo per la vicenda del verde di Expo: lo hanno ribadito nell'udienza preliminare di ieri i sostituti procuratori generali Vincenzo Calia e Massimo Gaballo che sostengono l'accusa contro l'ex ad di Expo 2015 spa. Il sindaco risponde di abuso d'ufficio: nel 2013 avrebbe violato il Codice degli appalti nell'affidare senza gara la commessa per la fornitura di 6mila alberi alla Mantovani. «Mi pare scontato - reagisce Sala - non avrebbero potuto fare in modo diverso. Io vado avanti fiducioso».

La richiesta di rinvio a giudizio nel procedimento sulla Piastra di Expo è stata avanzata anche per gli altri sette imputati, tra cui due società, accusati a vario titolo di corruzione e turbativa d'asta. Sala, difeso dagli avvocati Salvatore Scuto e Stefano Nespor, è già a processo per l'accusa di falso sempre in relazione agli appalti Expo. Per l'abuso d'ufficio risponde con lui davanti al gup Giovanna Campanile anche l'ex manager della società Angelo Paris. Durante l'udienza a porte chiuse, da quanto si è saputo, i sostituti pg si sono molto soffermati sulla posizione del primo cittadino e sull'«ingiusto vantaggio patrimoniale» che insieme a Paris avrebbe procurato alla Mantovani. Nel proprio intervento i difensori hanno chiesto che il sindaco venga invece prosciolto già in udienza preliminare perché, ha detto Scuto in aula, l'accusa di abuso d'ufficio «non sussiste». Sala «non ebbe nessuna volontà di favorire la ditta Mantovani, ma solo di perseguire l'interesse pubblico, che era quello di fare Expo». L'avvocato ha continuato: «Oggi, nel 2018, inforcare gli occhiali e dire che nel 2013 non ci fosse un'urgenza (nel procedere ai lavori dell'Esposizione, ndr) è assai fuori dalla realtà, una cosa che non dovrebbe essere nemmeno presa in considerazione». La decisione sul rinvio a giudizio è attesa per il 22 marzo.

Poi la giornata politica del sindaco. In un'intervista a Repubblica ha affermato che «il Pd deve stare all'opposizione e non al governo». Sulla sinistra: «Da sette anni a Milano chi vuole bene alla sinistra ha trovato il collante e sa parlarsi chiaro. In questa tornata elettorale abbiamo mantenuto saldamente la vittoria elettorale in centro e se nelle periferie andiamo peggio è perché per trent'anni non le ha guardate nessuno». Nelle dichiarazioni agli incontri pubblici anche un messaggio e Matteo Renzi: «Credo che le sue dimissioni debbano essere più chiare. Non trovo saggio che debba essere Renzi a governare questo passaggio così delicato. Se ti dimetti, ti dimetti. Lo dico con rispetto». Infine il motivo della sconfitta Pd: «È la scarsa tenuta sul territorio. Credo che la Lega si sia mossa meglio. Sono scioccato dal risultato della Lombardia, avendo noi un ottimo candidato.

È evidente che c'è qualcuno che presidia il territorio e qualcuno che non lo presidia più».

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