Cronaca locale

Con Gallinari arte e sport vanno insieme a canestro

La stella dell'Nba alla presentazione della statua che lo raffigura realizzata da Boga Foundation

Michelangelo Bonessa

L'arte è uno sport e lo sport è un'arte. Seguendo questa massima ieri è stata presentata alla Boga Foundation di Tradate una scultura per scolpire il connubio di arte e sport. La Fondazione ha celebrato l'incontro tra queste due realtà con Danilo Gallinari e un'opera a lui dedicata. Il campione della nazionale italiana di basket e della lega Nba si è interfacciato con la prestigiosa collezione d'arte della Fondazione. E in particolare con gli Homini, sculture create dai fratelli Boga, Felice, Fausto e Cesare, artisti, imprenditori e collezionisti di Tradate conosciuti in tutto il mondo. La famiglia non è nuova a questo genere di iniziative visto che aveva già dedicato opere al fuoriclasse olandese ex Milan Marco Van Basten e due miti del golf come Jack Nicklaus e Tiger Woods. E negli spazi della Fondazione sono già passati altri nomi noti dello sport contemporaneo come Bebe Vio.

Gallinari per una volta si è messo nei panni del giornalista intervistando Flavio Tranquillo, noto cronista sportivo, con il leitmotiv che ha sintetizzato: «Lo sport è una forma d'arte in tutto e per tutto, ci sono un miliardo di parallelismi per spiegarlo, ne scelgo uno: mi piace questo posto, ma non so spiegarlo, in un'opera d'arte bisogna entrare; tante volte dentro una partita c'è qualcosa di più e per coglierlo bisogna sapere». E nello scambio lo stesso campione ha affermato che la prima opera d'arte che ha trovato era divisa in due «palla e canestro, la prima volta che mi viene in mente come arte».

«Le scuole in Italia puntano poco sull'arte in se stessa - ha proseguito la stella Nba - e sullo sport e sul rapporto tra i due». «In un Paese con la nostra percentuale di patrimonio artistico mondiale - ha chiosato Tranquillo - la storia dell'arte a scuola è poco trattata, quello che manca secondo me è il rapporto diretto con l'arte». La discussione poi si è spostata momentaneamente per ricordare le stragi di mafia del 1992 per poi tornare all'argomento principale: l'arte e lo sport.

Il binomio celebrato ieri ha una lunga storia alle spalle: «Senza andare nel passato e scomodare il Discobolo di Mirone basti pensare al Novecento - spiegano dalla Fondazione - Henri Rousseau, Schifano, Carrà, Balla, Boccioni, Messina, Martini, Keith Haring, Duchamp, Hamilton solo qualche nome di artisti che hanno rappresentato lo sport». E i fratelli Boga conoscono il settore: la loro collezione comprende opere di artisti come De Chirico, Rodin, Giacometti, Dalì, Fontana, Balla, Marini, Moore, Matta e molti altri. Un importante e prestigioso catalogo raccolto in tutti questi anni di attività e ricerca in campo artistico, senza mai smettere di arrivare in ufficio al mattino presto e uscirne la sera. La famiglia Boga è infatti una famiglia di imprenditori che ha reso i 150 anni di storia della loro azienda una storia felice del made in Italy.

Oggi il gruppo è una realtà internazionale, leader nel settore dell'arredo.

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