Cronaca locale

Il giorno maledetto di Piazza Fontana

Oggi la commemorazione. Il sindaco chiede perdono a Pinelli, polemiche di Fdi

Alberto Giannoni

Il giorno maledetto. Sono passati 50 anni oggi dal giorno che cambiò il volto di Milano e la storia d'Italia, 50 esatti dalla tremenda esplosione che in piazza Fontana uccise 17 persone, ferendone 88.

Per commemorare la strage, oggi, una seduta straordinaria del Consiglio comunale ospiterà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Oltre al sindaco interverranno anche il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi e il presidente della Associazione Familiari Vittime di piazza Fontana, Carlo Arnold.

Ieri alla presenza della famiglia Pinelli, il sindaco ha piantato un albero in piazzale Segesta non lontano da dove abitava Giuseppe, l'anarchico che nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969 morì cadendo da una finestra della questura di Milano dove era trattenuto per accertamenti in seguito alla strage di piazza Fontana. «La mia presenza qua - ha detto Beppe Sala - ha soprattutto il significato di chiedere scusa e perdono a nome della città per quello che è stato. Esprimo la nostra richiesta di perdono alla famiglia Pinelli».

Il ricordo della strage però ancora divide. Sala - secondo l'ex vicesindaco Riccardo De Corato - «non dovrebbe lasciarsi trasportare dall'emotività e leggere con più attenzione la sentenza che scrisse Gerardo D'Ambrosio». De Corato cita anche un'intervista in cui l'ex magistrato e poi senatore disse: «Facemmo mille accertamenti, cercammo tutti i riscontri possibili ma gli indizi, che portavano all'omicidio volontario di Pinelli, vennero meno uno dopo l'altro». Fdi critica anche la formella posta in piazza, che parla di «ordigno collocato dal gruppo terroristico di estrema destra ordine nuovo». «Solo un anno fa - dice Riccardo Truppo - in Municipio 2 si voleva intitolare la sala consiliare a Walter Tobagi e dopo l'assenso del Comune io stesso chiesi che la scritta riportasse la dicitura ucciso dalle Brigate XXVIII marzo, gruppo terroristico di estrema sinistra come riportato dalle sentenze passate in giudicato. Risultato? Commemorazione e cerimonia annullata perché il Comune non apprezzava. La sinistra abbandonò l'aula municipale». «Sindaco e maggioranza - attacca il deputato Marco Osnato - vogliono raccontare la storia che fa più comodo a loro ma che sicuramente non rende giustizia alle vittime e ai loro parenti. Com'è difficile fare i conti con la storia quando si hanno lenti ideologiche a annebbiare la vista.

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