Cronaca locale

Grande show di Blue man group I marziani in versione musical

Dagli Usa debutta lo spettacolo che vanta 25 anni di successi

Ferruccio Gattuso

Gli alieni stupiti e divertenti di «Blue Man Group» atterrano finalmente in Italia dopo 25 anni di successi nel mondo, a partire dall'America dove sono nati. A portare a casa nostra lo show di culto «Blue Man Group», per due sole tappe nazionali al Teatro degli Arcimboldi dall'8 al 19 novembre (ore 21, domenica ore 16.30, ingresso 42-20 euro, info 02.64.11.42.200) e al Politeama Rossetti di Trieste dal 22 novembre è l'impresario teatrale Gianmario Longoni.

A creare il fenomeno musical-teatrale furono nel 1991 tre amici di college di nome Matt Goldman, Phil Stanton e Chris Wink: furono loro a pensare la storia di tre misteriosi personaggi pelati e blu che, catapultati nel nostro mondo, cercano di interpretare gli oggetti che si trovano attorno. Ne nascono gag surreali, comiche, sarcastiche, fonti inesauribili di arte, musica, design, poesia, tecnologia d'avanguardia e, naturalmente, teatro. Se si pensa che poi, in tutti questi anni, gli oggetti sono cambiati a grande velocità (un esempio: nel 1991 gli smart-phone, protagonisti centrali nello show attuale, non esistevano), si può ben comprendere come «Blue Man Group» sia un mix di tradizione e novità. Sul palco degli Arcimboldi uno dei Blue Men sarà Adam Erdossy, nel ruolo del Blue Man Captain: «Ho fatto tanto musical negli Usa - spiega ma solo in questo show trovo la mia dimensione ideale». Nati quasi contemporaneamente ai britannici Stomp, anche i Blue Men usano oggetti metropolitani per produrre musica e coreografie, talvolta interattive. Con gli Uomini Blu, sul palco, una rock band che suona rigorosamente dal vivo, diretta da Nils Westerman. «Il segreto del Blue Man? - spiega Adam Erdossy È famigliare e misterioso allo stesso tempo: è alieno ma è anche lo specchio dello spettatore».

La musica, dalle suggestioni tribali, va dritta alle memorie più ancestrali: «I Blue Men non parlano spiega il Musical Director Nils Westerman La loro musica nasce dalle cose, è come se fosse la prima musica prodotta dall'Uomo».

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