Cronaca locale

La Martesana, storia e misteri di un quartiere

«L'acqua che tocchi de' fiumi è l'ultima di quella che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente». Spesso dimentichiamo di quanto il fiorire del genio nasca dal contatto con la natura, ma è Leonardo a dirci quanto questo sia necessario, il contatto, per aprire la mente e far scorrere una visione limpida delle cose, come Leonardo vide scorrere tra le acque dell'Adda e della Martesana. Quel giorno in cui compilò il celebre aforisma forse era intento a progettare le conche per rendere navigabile il naviglio oppure mentre dipingeva «La Vergine delle Rocce».

È quanto sostiene lo scrittore e giornalista Giancarlo Mele, autore del volume dal titolo «La Martesana e il suo naviglio», che verrà presentato all'Urban Center di Milano stasera alle ore 18 in Galleria Vittorio Emanuele. Il libro fornisce particolari inediti sul soggiorno di Leonardo a Milano in relazione ai suoi interventi sul canale nella zona che oggi conosciamo come la Martesana, nella zona nord della metropoli lombarda.

La permanenza del Maestro a Cassano, ad esempio, è rivelata e testimoniata attraverso graffiti, emersi nel corso della ristrutturazione e del restauro della fortezza viscontea. Leonardo è soltanto uno dei protagonisti di cui Mele si occupa all'interno del suo volume. Pagine che propongono un viaggio nella storia, nelle tradizioni e nelle leggende del Milanese, a partire dalle remote origini celtiche dell'antichità sino a giungere agli anni della rivoluzione industriale di inizio Ottocento. L'autore ritiene che fatti, eventi e personaggi così lontani nel tempo siano comunque legati da un filo conduttore comune e spiega le ragioni per cui la Martesana sia stata nel corso dei secoli prima sacra agli dei, poi confine tra Milano e Venezia, infine ricercata terra di delizie sotto il dominio degli Austriaci.

Primi attori del volume sono tanti grandi della Storia che hanno lasciato tracce nella nostra città e negli immediati dintorni: così Ezzelino e Bernabò, i Torriani e gli Sforza, sino ai capitani d'industria del secolo scorso che fecero di questa terra il principale distretto agro - alimentare e tessile italiano.

Coloro che s'interessano di esoterismo si appassioneranno poi alle molte vicende misteriose che il libro rievoca e tocca: il processo intentato contro un gruppo di donne, accusate di stregoneria il 5 gennaio 1520 che si concluse con la condanna al rogo per due di loro a Cassano. O la casa degli Umiliati a Gessate. Le strane apparizioni dei fantasmi a Trezzo o l'enigma del Tempio della Notte a Gorla, esempio di architettura massonica all'interno di una cavità artificiale nel parco di Villa Finzi nel quartiere che lambisce viale Monza. L'autore si rivolge in particolare a coloro che vogliono scoprire un territorio legato a Milano da radici profonde, rivisitando i luoghi milanesi dove una volta confluiva il Naviglio in San Marco e attraversando borghi un tempo autonomi, come Greco, Gorla e Crescenzago, oggi inglobati nella grande città.

Nel dibattito avviato sulle prospettive della città metropolitana, Mele ricorda come la salvaguardia delle componenti storico - ambientali a livello locale sia un presupposto per un'integrazione valida tra Milano ed il suo hinterland affinché la politica possa valorizzare al meglio le caratteristiche di entrambi.

Solo ripescando l'antico carattere del territorio, come l'acqua fu per Milano al punto di ispirare la nota frase di Leonardo, noi possiamo creare il futuro del nostro ambiente.

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