Cronaca locale

«Noi, prigionieri sulle carrozzine in piazza Duomo»

«Noi, prigionieri sulle carrozzine in piazza Duomo»

In certi casi basterebbe una semplice pedana in legno per risolvere il problema. In altri casi le barriere architettoniche sono lì, eterne, da una vita. Nessuno fa nulla per abbatterle anche se vengono denunciate da anni. E così Milano, a un passo dall'Expo, resta una gimkana ad ostacoli per le sedie a rotelle. Non stiamo parlando di luoghi abbandonati in chissà quale periferia. Stiamo parlando di luoghi simbolo della città. In pieno centro. Un esempio su tutti: l'accesso in metropolitana da piazza Duomo. Impossibile. Lungo le scale non ci sono pedane per le carrozzine e l'unico ascensore, a ridosso di via Silvio Pellico, è fuori uso da chissà quanto. Ogni tanto qualche disabile invia una lettera ad Atm, al Comune o scrive una lettera aperta ai giornali: appelli che restano inascoltati da sempre o che vengono stampati, protocollati, inseriti in qualche «cartellina lamentele» e che poi restano là ad ammuffire.
Altro esempio: la loggia dei Mercanti. «Lì c'è un monumento in ricordo dei partigiani - è critico Franco Bomprezzi, portavoce della Ledha, la lega che rappresenta i disabili -. Bisognerebbe invece metterne uno in onore dei disabili. Quello è il simbolo dell'inerzia ed ormai è diventato il simbolo delle barriere architettoniche mai rimosse». Eppure si tratta solo di qualche gradino. La sovrintendenza ai Beni culturali tuttavia non autorizza a mettere pedane o accessi ad hoc per le sedie a rotelle. L'unica volta in cui un disabile è riuscito a superare l'ostacolo è stato nel 2008, in occasione del World cup tour, quando sotto la loggia fu allestita una pedana per una dimostrazione di scherma in carrozzina. Ma in quel caso le sedie furono sollevate a mano.
Altro luogo inaccessibile ai disabili: la stazione Centrale. Seppur rimessa a nuovo da cima a fondo, non ha ancora un ascensore a norma. «Non è proprio un dettaglio» fanno notare alla Ledha. Il «buco» entro cui costruirlo c'è già, basta solo completare i lavori ma nulla si muove. «Tra l'altro - fanno notare in associazione - c'è un montacarichi adatto per le sedie ma non funziona mai».
E poi ci sono altri luoghi, come ad esempio il circolo della Stampa di palazzo Serbelloni in corso Venezia. Se un disabile volesse partecipare ai numerosissimi eventi e convegni che vengono organizzati nelle belle sale della struttura non potrebbe. «Si parla da vent'anni di rifare l'ascensore ma non è mai cambiato nulla» è la denuncia. Qualche mese fa l'assessore regionale alle Attività produttive Mario Melazzini, costretto sulla carrozzina a causa della Sla, è stato invitato a partecipare a una conferenza ma non è riuscito ad accedere al primo piano.
Un altro enorme problema sono i taxi. A differenza di parecchie città - a cominciare da Bologna e Roma - a Milano sono pochissime le auto bianche adatte a trasportare disabili con carrozzina. A dirla tutta il Comune di Milano ha pure messo a disposizione dei finanziamenti per incoraggiare i tassisti a sostituire l'auto con un mezzo senza barriere, ma l'invito non è stato accolto.
«Non ci scandalizza che ci siano dei luoghi inaccessibili - commentano alla Ledha - In una grande città è normale. Quello che ci scandalizza è il livello di sciatteria e di disattenzione così alto. Non solo da parte delle istituzioni ma a livello collettivo.

Per risolvere parecchie situazioni basterebbe solo un pizzico di impegno in più».

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