Cronaca locale

Nuova condanna a Kabobo: 8 anni per i feriti

Un altro verdetto dopo i venti di carcere già decisi per i tre omicidi

Nuova condanna per Adam Kabono, il picconatore di Niguarda. Lo hanno deciso ieri i giudici milanesi della terza Corte d'Appello. Già condannato definitivamente a vent'anni di carcere e a tre di casa di cura per aver ucciso a picconate tre persone, il ghanese ieri si è visto confermare, in secondo grado, otto anni di reclusione per il tentato omicidio di altre due persone, ferite in quel giorno di folle violenza. La strage, comprensibilmente, destò grande impressione in tutta la città e non solo. L'11 maggio del 2013 l'uomo, per strada, a Milano diede sfogo alla sua assurda rabbia avventandosi sulle incolpevoli persone che incontrava lungo il suo delirante cammino in città. Il ghanese, con quello che è stato riconosciuto un vizio parziale di mente, in quella terribile mattinata di quasi tre anni fa, in zona Niguarda, uccise a picconate tre passanti: Ermanno Masini, Daniele Carella e Alessandro Carolè. E ne ferì altri due: Andrea Canfora e Francesco Niro. Incapace di intendere e parzialmente capace di volere, così è stato stabilito. Ieri Kabobo era in aula, era presente alla lettura del dispositivo ma non ha proferito parola. La camera di consiglio della terza sezione della Corte d'appello di Milano, presieduta da Maria Rosaria Mandrioli, è durata circa un quarto d'ora.Durante il processo, che si è celebrato sempre con rito abbreviato, la difesa dell'imputato aveva chiesto la derubricazione di questa imputazione a lesioni, sostenendo che la volontà di Kabobo fosse stata in realtà quella di sottrarre alle vittime qualche bene, o del denaro, e non quella di procurare la loro morte. Il legale ha chiesto di nuovo le attenuanti generiche, che non erano state riconosciute in primo grado dal gup Alessandra Simion. Nel procedimento si è costituita come parte civile solo una delle due parti offese, e cioè Francesco Niro, alla quale sono stati riconosciuti 1.500 euro di risarcimento a fronte di una richiesta di 30 mila euro. Kabobo, presente in aula, ha scambiato solo qualche parola con la sua interprete dopo la lettura del dispositivo.

Dopo di che è stato riaccompagnato a San Vittore.

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