Cronaca locale

Papa e Champions fanno slittare il voto Incubo astensione

L'ipotesi circola da giorni. Il primo voto utile per le Comunali 2016, si dice, sarà il 12 giugno. I relativi ballottaggi (e almeno a Milano, tutti gli schieramenti danno per scontato il secondo turno) si terrebbero addirittura il 26 giugno quando tanti milanesi, se non hanno già fatto le valige per le ferie, scappano per un weekend lungo al mare. «Spero che le elezioni siano alle stesse condizioni per tutti - ha avvertito ieri il coordinatore cittadino di Forza Italia, Fabio Altitonante -. Se qualcuno pensa di convocare il primo turno a metà giugno e il secondo quasi a luglio, tenga presente che questo farà aumentare il partito dell'astensionismo». E, non è un mistero, a fuggire da Milano con il primo caldo sono tradizionalmente i cittadini più vicini all'area di centrodestra, sarebbero più penalizzati . Ma «qualcuno» a Roma ha già pensato seriamente all'ipotesi: a convocare le elezioni sarà il ministro dell'Interno Angelino Alfano che ha già valutato i rischi (e gli eventuali costi per Ncd, alle urne) di un voto troppo vicino ai grandi eventi che si terranno a maggio proprio nel capoluogo lombardo, quello su cui l'attenzione politica è massima. Calendario alla mano, sono esclusi per ovvie ragioni il ponte del 25 aprile e del Primo Maggio. La prima domenica utile sarebbe l'8 maggio, ma il giorno prima ci sarà la visita pastorale di Papa Francesco alla Diocesi di Milano. Le forze dell'ordine saranno concentrate sui controlli per la sicurezza del Santo Padre. Se qualsiasi cosa dovesse andare storta, è stato il pensiero espresso da Alfano ai collaboratori stretti, la colpa sarebbe addossata al ministro dell'Interno il giorno dopo alle urne. Scorrendo il calendario, viene escluso anche il 15 maggio perchè il ballottaggio dovrebbe essere fissato a quel punto il 29, e qui entra in gioco il «fattore Champions League». Milano ospiterà sabato 28 maggio la finale dei Campionati europei di calcio, e sarò una settimana ad ala tensione sul fronte sicurezza. A differenza dii altre capitali che hanno concentrato gli eventi collegati al match in una grande piazza, qui si è scelto di organizzare la settimana del «Festival della Champions», da quattro giorni prima a due giorni dopo il match (con migliaia di tifosi in arrivo dall'estero) su un'area vasta del centro: una parte di piazza Duomo, via Mercato, piazza Cordusio, via Dante e fino al Castello Sforzesco. In questo caso, sarebbe impensabile spedire vigili e agenti a controllare l'allestimento dei seggi nelle scuole per una chiamata alle urne il giorno successivo (e con i tifosi ancora a spasso per Milano). Sembra scartata da Roma anche l'opzione del 5 giugno perchè, tra ponte del 2 giugno e chiusura per i seggi, si tradurrebbe nella pratica in una fine super-anticipata dell'anno scolastico. Motivazioni che non convincono il centrodestra. «Spero che Renzi non continui a posticipare il voto fino all'estate - contesta il capogruppo di Fi Pietro Tatarella - non vedo ragioni così ostative per non fissare il voto l'8 maggio se la visita del Papa è il giorno prima».

Si vedrà.

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