Ha «due candidati in testa», uno è l'ex primo cittadino di Segrate Adriano Alessandrini, l'altro «un imprenditore di medio livello». Ma di una cosa Silvio Berlusconi è convinto: a Milano e Roma serve un sindaco-manager. Se il nome alla fine sarà più politico, dovrà circondarsi di una squadra che amministri le città «come una grandi aziende». Il leader di Forza Italia ha lanciato ieri dal teatro Dal Verme la campagna per le Comunali 2016. Titolo della kermesse organizzata dai giovani azzurri Fabio Altitonante, Pietro Tatarella e Marco Bestetti: #RialzatiMilano. E a loro, da «senior», ha offerto tre suggerimenti: presentare al più presto i «100 progetti seri da realizzare nei primi 100 giorni», lanciare una «catena di sant'Antonio, ogni militante convinca familiari, amici e colleghi indecisi a tornare alle urne per vincere col 20-30% in più» e «raccontare delle storielle», perché gli elettori si conquistano «anche con la simpatia». E nella lista delle Comunali vanno inseriti anche milanesi mai scesi in campo; professionisti, imprenditori, pensionati, un richiamo alla società civile. Sul palco Berlusconi lancia la «riconquista di Milano, la primavera 2016 sarà di libertà». A margine parla inevitabilmente di toto-nomi. Si parla della leader Fdi Giorgia Meloni a Roma e del leghista Matteo Salvini a Milano. Sono due «buone opportunità sul tavolo, ancora da esaminare», ma è convinto che il segretario leghista non sia disponibile, «gli ho parlato ultimamente e lo ha proprio escluso». Peraltro, se l'insistenza sul sindaco-manager è un indizio, non sarebbe nemmeno il profilo preferito dall'ex premier. Stesso discorso vale per il giornalista Paolo Del Debbio: «Non è manager, e si diverte troppo a fare le trasmissioni tv - afferma Berlusconi -, fa un talk show di successo, se si schierasse la sua popolarità e simpatia scenderebbe dal 93% a sotto il 50». Alessandrini invece è «uno dei nomi seri che ho in testa» dice a conferma delle voci circolate nelle scorse settimane, Segrate «è diventata con lui una piccola Svizzera, pulita, piena di fiori. Era in Comune alle 9 del mattino, usciva alle 22». L'altro nome è «un medio imprenditore», anche se confessa la difficoltà a convincere chi ha un azienda a buttarsi in politica come fece lui nel '94, «sembrano apparentemente convinti poi tornano a casa e la famiglia dice “chi te lo fa fare“?». Il rischi di finire nel tritacarne è dietro l'angolo. Nega l'ipotesi Demetrio Albertini, ex capitano del Milan. Sì invece all'apertura di un «tavolo Milano» con gli alleati al più presto possibile, «dobbiamo lanciare il nome nel giro di 10-15 giorni». Butta un occhio (poco interessato) all'altro schieramento: «Non vedo candidati temibili. Il commissario Expo Giuseppe Sala? L'ho incontrato poche volte, è una brava persona ma vorrei ricordare che Expo è a Milano grazie a Berlusconi. Ed è un evento di tutti, Sala farebbe bene a rimanere super partes». Presenti alla kermesse i «colonnelli» del partito, da Mariastella Gelmini a Giovanni Toti, Daniela Santanchè, Mario Mantovani, Paolo Romani, Licia Ronzulli.
Non c'è comizio senza barzelletta, e Silvio Berlusconi chiude il suo al teatro Dal Verme con una storiella sul «commendator Bestetti», scoperto dalla moglie a frequentare i night. Ma strappa qualche risata al pubblico parlando anche della vita vera, con qualche rivelazione. «Confesso - dice il presidente del Milan - ho fatto il tifo anche per l'Inter e mi sento ancora nerazzurro quando gioca contro avversari», basta che non sia il club rossonero, ovviamente. Milano, continua, «ce la sentiamo addosso, è la città più bella del mondo. Quando avrò superato i cent'anni e potrò godermi il meritato riposo, andrò a spasso tutti i giorni, tra la Galleria e magari la movida serale sui Navigli che non conosco. Io ci andavo da bambino a nuotare.
Forse scriverò anche un libro si Milano, che mi ha dato la possibilità di studiare, lavorare, costruire le mie aziende e di avere una squadra». É un momento «non gioioso per i nostri club milanesi, ma torneranno alla grandissima - esorta il Cav -. Mio padre diceva sempre “un giorno ci rifaremo, chi ci crede vince“». Messaggio (anche) per le Comunali 2016.