Cronaca locale

Pisapia vieta l'alcol di notte, i locali della movida in rivolta

No all’alcol all’aperto dopo l’1:00 di notte dal 27 luglio al 31 ottobre. L'ordinanza in vigore da venerdì. Scoppia la polemica contro Pisapia: "Se le cose non cambiano faremo uno sciopero"

No all’alcol all’aperto dopo l’1:00 di notte dal 27 luglio al 31 ottobre. L’ordinanza del sindaco Giuliano Pisapia entrata in vigore venerdì scorso crea non poche difficoltà ai gestori dei bar del centro di Milano. Il fine settimana e l’estate sono i momenti in cui, fra le Colonne di San Lorenzo e i locali di Corso di Porta Ticinese, chi gestisce un pub o un bar fa più affari. Gli esami universitari sono finiti, le scuole si sono chiuse, i giovani lavoratori si godono le proprie ferie ma tutti dovranno restare a bocca asciutta. E’ proprio il caso di dirlo visto che dopo l’una di notte è impossibile bere una birra su una panchina.

I gestori dei locali sono in rivolta e non accettano la decisione di un sindaco che aveva promesso di dare libertà alla movida milanese. Piero Rattazzo che gestisce uno degli storici locali di Porta Ticinese non ci sta e lamenta il calo degli incassi. “Abbiamo perso due ore di lavoro. Se le cose non cambiano faremo uno sciopero. Dico grazie al sindaco di Pisapia che si è fatto votare e ora ci mette con le spalle al muro”. Pochi metri più avanti in Colonne la storia non cambia. I gestori sono costretti a presidiare fisicamente l’ingresso dei loro locali per evitare che chi acquisti alcol esca con il bicchiere fra le mani. “Abbiamo un calo del 30 per cento del fatturato – spiega Umberto Palaldini, gestore di un bar in Colonne - a causa dell’ordinanza. I piccoli locali come il mio rischiano di chiudere. Pisapia diceva prima di essere eletto che i locali sarebbero rimasti aperti tutta la notte. Ora invece ha ribaltato la situazione”.

Non è la prima volta che un’ordinanza simile spezza l’euforia della movida estiva milanese. “Già l’anno scorso siamo rimasti vittima di un provvedimento – continua Palaldini - che vietava la vendita di alcol d’asporto dopo l’una e mezza. Ci siamo adeguati. Ora questa nuova situazione anticipa il termine di mezz’ora e per noi piccoli gestori è la fine. Pian piano chiuderemo. Resistere fino al 31 ottobre sarà difficile. Lavoriamo solo sei mesi l’anno. Pisapia vuole che chiudiamo? Dobbiamo lasciare i nostri dipendenti a casa?”. Intanto la notte va via fra le proteste dei ragazzi e l’incredulità di chi con il caldo vuole magari sorseggiare uno spritz in tranquillità. Luca, uno dei tanti giovani che affollano le Colonne in queste serate estive è perplesso. “Un provvedimento così può essere ragionevole se posticipato magari di un’ora. D’estate ci si vede più tardi e per noi studenti o lavoratori bere qualcosa in compagnia è un modo per mettersi qualche pensiero alle spalle. Dovere consumare al chiuso già dall’una di notte è una vera follia”.

Non resta che assaporare la notte milanese dentro un piccolissimo locale, con una temperatura di trenta gradi e con l’ordine al barman di servire il cocktail con doppio ghiaccio. Mentre fuori resta Milano, le sue Colonne, i suoi Navigli e la sua movida. Una movida destinata a spegnersi nelle casse dei gestori e nelle case di chi vuole bere. Magari in terrazza.

Lì nessuno può vietare il piacere di un gin lemon alle due del mattino.

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