Cronaca locale

Un poliziotto prende il comando dei ghisa «Ora vigili di quartiere»

Ieri il primo giorno del nuovo comandante Il Comune: «Si parte con il servizio di giorno»

Marta Bravi

La scelta di Marco Ciacci, nuovo comandate della polizia locale (che proviene dalla polizia di Stato) è scaturita anche dalla «carenza a livello dirigenziale» nel Corpo dei vigili. Parola del sindaco Giuseppe Sala, al termine di un incontro a Palazzo Marino. «Come sempre ogni scelta si porta appresso un po' di polemiche, noi abbiamo scelto di prendere una persona dall'esterno perché abbiamo valutato che, con tutto il rispetto per le capacità del corpo, non c'erano all'interno capacità adeguate. I vigili hanno veramente una carenza a livello dirigenziale a cui dobbiamo mettere mano. Credo che queste polemiche finiranno presto. A Ciacci - aggiunge - che mi sembra una persona di buon senso, ho consigliato di capire in fretta chi all'interno del corpo lo può affiancare perché venendo da fuori ha bisogno dei consigli di chi il corpo lo conosce». Il riferimento è alle parole dell'assessore alla Sicurezza e polizia locale della Regione Simona Bordonali che aveva attaccato la scelta dell'amministrazione parlando di «schiaffo ai vigili milanesi» per il curriculum «da poliziotto» di Ciacci. Riprende la critica anche il capogruppo di Forza Italia in Comune Gianluca Comazzi: «Arrivare a dire che all'interno del corpo non ci fossero persone con capacità adeguate a ricoprire il ruolo di Comandante denota una scarsa conoscenza da parte del Sindaco sulle qualità dei tanti dirigenti che da anni lavorano con fatica, impegno e sacrificio per la sicurezza dei milanesi».

Due i punti contestati: la nomina senza ricorrere al bando pubblico, e il fatto che il comandante sia «esterno» appunto al corpo. L'assessore alla Sicurezza di Palazzo Marino Carmela Rozza difende la scelta: «I criteri sono stati la necessità di individuare un nuovo comandante in tempi brevi e la grande esperienza che questo ruolo richiede. Tra le vie per la nomina di una figura apicale, di carattere fiduciario, abbiamo optato per quella del rapporto a comando (art.56 DPR 3/1957 e art. 30 165/2001))». In pratica Ciacci, dirigente del commissariato di Mecenate è stato «prestato» dalla polizia al Comune per circa tre anni. «La sua grande esperienza e il fatto che avesse già lavorato con la polizia locale ci ha fatto propendere per il suo curriculum, il migliore» ha concluso l'assessore.

Per Fabrizio Caiazza dell'Rsu è «paradossale la situazione per cui ai vigili vengono assegnati compiti sempre più identici a quelli delle forze dell'ordine e dirigenti, ma nessuna tutela o strumento analoghi». Non si scompone il neo comandante, nonostante il fuoco amico delle rappresentanze dei lavoratori: «Incontrerò presto i sindacati. Spero, anzi sono sicuro, che sarà un dialogo leale e aperto. Il problema è conoscersi, poi se il dialogo è per gli stessi obiettivi, migliorare il lavoro della polizia locale e portare avanti quanto è stato avviato, sono sicuro che sarà positivo». Da subito dovrà occuparsi della questione dei vigili di quartiere, da risolvere entro fine mese. «Abbiamo ancora un paio di municipi che non sono coperti - conclude Sala - abbiamo voluto tenere fermo il criterio che l'arruolamento deve essere su base volontaria perchè è un lavoro particolare, e questo ha rallentato il processo. Ma entro fine mese dobbiamo essere in grado di completare il tutto». «Ora la priorità è dare corso all'obiettivo del vigile di quartiere. A settembre dovremmo avere 36 agenti per zona. Faranno una turnazione di giorno supportati da un'auto di servizio.

La polizia locale - ha detto Ciacci - è già molto vicina ai cittadini e la richiesta che sia un punto di riferimento per i problemi della città è sempre più forte».

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