Cronaca locale

Rivendevano sottobanco abiti raccolti per i poveri

Scoperta una organizzazione che sfruttava il buon cuore delle persone. Cinque gli arrestati

Rivendevano sottobanco abiti raccolti per i poveri

Chiunque ha donato almeno una volta, attraverso associazioni o raccoglitori, gli abiti usati alle persone che ne hanno bisogno. Ma anche in questo settore ci sono criminali che approfittano della volontà degli altri di fare del bene. Il Noe (il Gruppo per la tutela dell'ambiente dei carabinieri), coordinato dal pm della Dda Alessandra Cerreti, ha scoperto le attività illegali di un'organizzazione che raccoglieva i vestiti destinati ai bisognosi e poi li rivendeva.

Ieri la lunga indagine si è conclusa con gli arresti scattati in Lombardia, Piemonte, Liguria e Campania. Due persone sono finite in carcere, tre agli arresti domiciliari e sei sono state raggiunte dall'obbligo di dimora nel Comune di residenza. I carabinieri hanno effettuato numerose perquisizioni e hanno sequestrato alcuni beni. Tutte le misure sono state emesse dal gip di Milano a carico dei membri della banda criminale che usava come copertura un'associazione no profit ligure. La onlus gestiva rifiuti per 10mila tonnellate.

In carcere con l'accusa di traffico illecito di rifiuti sono finiti C.S., 56enne amministratore unico della società «Nuova Tessil Pezzame sas» di Solaro nel Milanese, e G.G., 60enne presidente della onlus «L'Africa nel Cuore» di Savona. Mentre ai domiciliari sono tre 50enni: una socia accomandante e due dipendenti dell'azienda di trattamento rifiuti. Le altre sei persone coinvolte si dedicavano alla raccolta porta a porta degli abiti usati. L'inchiesta è partita nell'ottobre del 2014 dopo una rapina nella residenza del titolare della Nuova Tessil Pezzame, in cui era stata rubata una grossa somma di denaro frutto delle illecite attività dell'imprenditore. Le successive indagini, con intercettazioni telefoniche e riprese video negli impianti di trattamento, hanno rivelato l'esistenza di una struttura illegale ben organizzata attiva nel settore dei rifiuti. Grazie alla complicità del presidente della onlus L'Africa nel Cuore gli indagati si arricchivano sfruttando il senso di solidarietà dei cittadini che donavano i vestiti sulla carta destinati alle persone indigenti e alle popolazioni del Centro Africa. In realtà infatti questi «rifiuti», senza essere trattati e poi recuperati con i procedimenti previsti per legge, venivano rivenduti a titolari di società che commerciano in abbigliamento in Campania e in Tunisia.

Il gruppo di sfruttatori in questo modo era riuscito a guadagnare 3 milioni di euro. I carabinieri del Noe hanno anche sequestrato il capitale sociale della Nuova Tessil Pezzame e della onlus L'Africa nel Cuore, oltre ai sei mezzi usati per il trasporto e la movimentazione dei rifiuti. Sono state inoltre eseguite dodici perquisizioni nelle sedi e sono stati trovati molti documenti utili alle indagini.

Gli arrestati sono stati portati a San Vittore oppure nelle proprie abitazioni con il divieto di comunicare con l'esterno.

Commenti