Cronaca locale

Rizzo a gamba tesa su Sala: «Posti a trombati e renziani»

Dal direttore generale Pd all'incarico all'esponente Sel Il consigliere di sinistra attacca: «Stop ai bandi farsa»

Chiara Campo

Poltrone a super-renziani e «trombati». «La politica che occupa incarichi amministrativi è arrogante e profondamente sbagliata». L'accusa che da sinistra arriva al sindaco Beppe Sala è dura. L'ex presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo, ora capogruppo della lista Milano in Comune, approfitta dello spazio dedicato agli interventi liberi e alla presenza di Sala in aula per muovergli obiezioni sulle prime scelte dei dirigenti comunali. «Con le prime nomine è partito con il piede sbagliato, anche nei confronti dei lavoratori comunali - attacca -. Di fronte alle sue scelte cosa dovrei dire a mio figlio: Studia, e poi agganciati a un partito così troverai un posto?». Rizzo cita il caso di Arabella Caporello, già componente del cda di Sea, assunta ieri come direttore generale. «Sarà anche una brava persona - premette Rizzo - ma se si va su internet la prima cosa che si trova su di lei è un video Youtube con il suo intervento alla Leopolda del premier Renzi». Tralascia che la Caporello sia stata anche tra i fondatori del circolo Pd della Pallacorda. L'idea, considera l'esponente della sinistra-sinistra, che «si faccia un bando di selezione per il dg e il Capo di gabinetto», ruolo assegnato a Mario Vanni, ex tesoriere del Pd, «sapendo già chi ricoprirà quei ruoli trasforma la selezione in una farsa, tanto vale cambiare metodo». Cita anche gli incarichi assegnati direttamente a supporto degli staff, i cosiddeti «articolo 90». Nel mirino questa volta c'è l'ex consigliere Sel Luca Gibillini, non rieletto con la Sinistra x Milano ma arruolato nell'Ufficio di Gabinetto del sindaco. «Ripeto, il messaggio a mio figlio è che se ti agganci a un partito e non vieni rieletto, potrai essere assunto nell'Ufficio di Gabinetto. Un messaggio sbagliato». L'ultimo affondo di Rizzo è sulla segretaria generale (e per legge anche responsabile dell'anticorruzione) Antonella Petrocelli costretta a dimettersi mercoledì, dopo soli 5 giorni, perchè rinviata a giudizio sul caso delle paratie sul lungolago di Como. Un'inchiesta già in corso e ben nota a Sala quando l'ha assunta, ma ha scelto di tirare dritto vincolandola alle dimissioni se fosse arrivato il giudizio della magistratura. «Non discuto le competenze della persona - precisa Rizzo - ma mi ero permesso di avvertirla e la sua è stata una sfida incomprensibile e profondamente sbagliata, la politica deve fare delle scelte e risolvere i problemi, non aspettare che lo facciano i giudici». Anche il leghista Alessandro Morelli ha contestato: le «nomine imbarazzanti a livello politico: ancora una volta il termine trasparenza è ampiamente abusato». Sala in aula ribattee: «Ho scelto la Caporello per le sue competenze e la Petrocelli ha partecipato alla selezione ed è risultata la migliore, troppo spesso ci lamentiamo per avvisi di garanzia che sono quasi all'ordine del giorno per chi ha incarichi politici».

Sul metodo dei bandi «anch'io ho perplessità, se il sindaco potesse dare incarichi su base fiduciaria sarei disposto ad analizzare la proposta».

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