Cronaca locale

Salvini dice "no" alla moschea: "Ci sono milioni di islamici pronti a sgozzare e uccidere"

Il leghista volantina a Milano le vignette di Charlie Hebdo: "L'islam è pericoloso, non è una religione come le altre". Poi prende le distanze dalla Le Pen: "Niente pena di morte"

Salvini dice "no" alla moschea: "Ci sono milioni di islamici pronti a sgozzare e uccidere"

"L'islam è pericoloso, non è una religione come le altre e non va trattato come le altre religioni. Nel nome dell’islam ci sono milioni di persone in giro per il mondo e anche sui pianerottoli di casa nostra, pronti a sgozzare e uccidere". Questa mattina, all'indomani dell'ennesima giornata da incubo a Parigi, il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini ha volantinato le vignette di Charlie Hebdo. "Strage di Parigi, l’Islam uccide la libertà. No alla moschea" il titolo del volantino che, insieme ai militanti del Carroccio, ha distribuito alla fermata della metropolitana di Lampugnano, alla periferia nordovest di Milano dove il sindaco Giuliano Pisapia vorrebbe costruire la moschea.

Per Salvini l'islam è un problema al pari di chi continua a negarlo. Se la prende anche con il governo Renzi. "Abbiamo ministri che negano che queste stragi abbiano matrice islamica - ha spiegato - questi sono ministri pericolosi. In Italia abbiamo un governo pericoloso". Volantinando insieme all’eurodeputato Mario Borghezio e a una decina di militanti, ha spiegato che finora è andato tutto bene. "Però - ha avvertito - non si può contare solo sulla fortuna". Per questo ha ribadito il proprio "no" alla moschea che Pisapia vorrebbe costruire al Palasharp. Lo ha fatto con un gesto simbolico: alla fermata della metropolitana ha distribuito le vignette di Charlie Hebdo che hanno scatenato la furia omicida dei fratelli Kouachi. Anni fa quando le stesse vignette furono "indossate" dall'allora ministro Roberto Calderoli, gran parte della sinistra invocò una taglia sulla testa del leghista. "Sono dei poveretti, però sono pericolosi. In questo momento i collaborazionisti sono pericolosi", ha incalzato Salvini spiegando che "non è più tempo di rispondere alla violenza con l’accoglienza, con il buonismo e la tolleranza". "Bisogna rispondere con la forza, che la democrazia permette - ha continuato - non con il sangue, ma senza cedere più". Insomma, basta cedimenti. A differenza di quanto proposto nei giorni scorsi dalla leader del Front National Marine Le Pen, Salvini si è schierato contro alla pena di morte per i terroristi. "Mi accontenterei di un ergastolo e dei lavori forzati - ha puntualizzato - non penso che sia lo Stato a dover decidere di togliere la vita".

Domani Salvini non sarà alla marcia di Parigi. Come anche la Le Pen. Non son ben voluti dalla sinistra che dice di marciare per l'unità, ma che si arroga il diritto di decidere chi può e chi non può scendere in piazza. "È squallido che coi cadaveri ancora da seppellire ci sia qualcuno che isola altri, come la Lega e la Le Pen: poi saremmo noi a strumentalizzare? Noi rappresentiamo la maggioranza degli italiani". Il segretario del Carroccio ha detto chiaramente ai giornalisti di sentirsi escluso dagli appelli di "finta unità" degli altri schieramenti politici dopo le stragi di Parigi. Un'atteggiamento "squallido" per Salvini è l’attaccare in questo momento le posizioni delle Lega piuttosto che condannare i terroristi.

Quindi ha tuonato contro il premier Matteo Renzi: "Mi fa pena pensare che domani Matteo Renzi sfilerà a Parigi, quando con le sue politiche a favore dell’immigrazione di massa è uno dei complici di quello che rischia di succedere domani".

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