Cronaca locale

San Raffaele, sospesa l'occupazione

Il ministro dell'Istruzione promette una soluzione-ponte, gli studenti fermano l'agitazione. Ma solo fino a martedì

San Raffaele, sospesa l'occupazione

«Ministro, siamo nelle sue mani» recita lo striscione srotolato in piazza San Babila dagli studenti del San Raffaele. E il ministro non si tira indietro. Dopo l'incontro in prefettura, Maria Chiara Carrozza - a una delle sue prime uscite - promette una soluzione ponte entro mercoledì prossimo per salvare l'università. Lei, che ha incontrato anche l'amministratore delegato, il vice presidente dell'ospedale e il rettore dell'ateneo, ha preso a cuore il caso di via Olgettina.

In cambio della promessa, gli studenti sospendono l'occupazione cominciata all'inizio della settimana. E lunedì mattina riprenderanno regolarmente sia le lezioni sia la pratica in corsia. «Sì, però restiamo sul chi va lá - è cauta Leda Nobili, specializzanda in Anestesia e rappresentante degli universitari -. Purtroppo ci sentiamo ancora in sospeso e abbiamo già visto che alcune promesse fatte in passato non sono state mantenute». Come «pegno» gli universitari hanno regalato al ministro una maglietta, simbolo della loro battaglia, con la scritta «Save UniSR».

Per ora il piano salva università sarebbe una sorta di tampone. Cioè servirebbe a mantenere le attività accademiche e di specializzazione per un anno, al termine del quale si aprirebbe una nuova trattativa per riorganizzare la didattica in via definitiva. Per questo gli studenti si sentono ancora pendere sulla testa un enorme punto interrogativo. Le matricole che cominciano l'università a ottobre (a suon di rette da 12mila euro all'anno) che fine faranno? E gli specializzandi? «Quel che è certo - sostengono i ragazzi - è che non vogliamo la convenzione con la Statale. Se avessimo voluto frequentarla, ci saremmo iscritti lì fin dal primo anno, risparmiando una marea di soldi. Noi vogliamo completare i nostri studi al Vita e salute e andare a lavorare al San Raffaele».

Se mercoledì non ci sarà nessun accordo, riprenderà l'occupazione. Ma le speranze ci sono: il caso è l'attenzione è alta da parte di tutte le istituzioni, Regione Lombardia compresa. «Metteremo a disposizione tutte le nostre energie - interviene il presidente lombardo Roberto Maroni - per risolvere la questione». «Stiamo pensando anche a un piano b ma per ora c'è il piano a che consiste nel far trovare un accordo di convivenza tra le parti - spiega il ministro Carrozza - Ciascuna dovrà fare un passo verso l'altra, che significa in qualche modo condividere la governance dell'università. Quanto al commissariamento non è un'opzione politica che io raccomanderei».

Attenzione alta anche sul fronte ospedaliero e sul nodo dei 244 licenziamenti. Per ora l'azienda ha congelato gli esuberi in cambio della promessa da parte dei sindacati di sospendere ogni forma di protesta (dai blitz in accettazione ai sit in nel piazzale di via Olgettina). L'assessore all'Istruzione e lavoro della Regione Lombardia, Valentina Aprea, conta sul fatto che si trovi entro lunedì un accordo per evitare i tagli sul personale amministrativo e infermieristico. «Abbiamo informato il ministro, l'ho rassicurata sulla situazione dell'ospedale e sul fatto che il dialogo è ripreso. Siamo moderatamente fiduciosi - spiega l'assessore - di arrivare a un accordo.

Certamente non sarà facile, ma siamo già riusciti a ripartire con il dialogo e a ottenere la sospensione dei licenziamenti».

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