Cronaca locale

Tagliati i fondi per i bimbi: la Caritas contro il Comune

Palazzo Marino ha previsto 4,3 milioni in meno per i minori a rischio. Don Davanzo: "È mai possibile che non si possa risparmiare su altro?"

Tagliati i fondi per i bimbi: la Caritas contro il Comune

«Siamo preoccupati per i tagli». Don Roberto Davanzo, direttore della Caritas ambrosiana, lancia l'allarme: «Nonostante il bilancio del Comune sia slittato a settembre, i servizi per i minori in difficoltà sembrano ancora in discussione». A maggio Palazzo Marino aveva annunciato un possibile taglio di 4,3 milioni per i minori a rischio. Si è poi parlato di una riduzione dei tagli, ma ormai mancano pochi giorni al momento della scure, fissato per il primo luglio. E allo stato dei fatti, i finanziamenti per le comunità residenziali per minori, i centri diurni e gli interventi educativi a domicilio rischiano di evaporare.

Un tema di cui si fa carico la Caritas, ma che riguarda l'intero privato sociale, nel giorno del convegno «Trame di tutela» ospitato dalla Bpm in via San Paolo. «È mai possibile che non si riesca a tagliare da un'altra parte?» chiede don Davanzo. Quando le risorse diminuiscono, da dove partire per tagliare? «Farlo sugli interventi che riguardano i minori è un po' come smettere di irrigare il campo e poi pretendere che dia un buon raccolto» osserva il direttore della Caritas. E aggiunge: «Vuol dire rimandare per poi pagare un conto con gli interessi». Non affrontare il tema dei bambini e dei ragazzini in difficoltà, significa abbandonarli a se stessi, facendo aumentare il disagio e anche i costi a carico della comunità.

È il caso dei tagli sugli interventi educativi a domicilio, che avvengono quando i ragazzi ancora vivono in famiglia: «La prevenzione è fondamentale anche per evitare l'intervento del Tribunale dei minori che toglie il bambino alla famiglia. Ma se l'assistenza in famiglia costa dieci, quando entra in gioco il Tribunale dei minori i costi salgono a cento. E il mantenimento del minore nella comunità è a carico del Comune».

La Caritas lamenta di non essere consultata quando si tratta di decidere dove e come intervenire: «È mai possibile che non riusciamo a interloquire con gli enti pubblici per una negoziazione? Eppure il mondo della comunità cristiana, in modo silenzioso, fornisce un presidio educativo informale che va riconosciuto. E non con le briciole, ma con meccanismi che ci consentano di interloquire con il Comune per discutere insieme su che cosa tagliare. È evidente che una discussione del genere non si può fare con il singolo oratorio». Insomma, un tavolo di confronto sulle priorità.

Difficile anche capire dove vanno a finire i soldi dei cittadini. «Non abbiamo bilanci leggibili e trasparenti ai comuni mortali. Poi è chiaro che decide il Comune, ma almeno ascoltarci... Perché non limare un altro capitolo di spesa?». Domanda che attira un'altra domanda, nel giorno in cui Palazzo Marino difende a spada tratta i finanziamenti al Festival del cinema gaylesbico. Forse bisognerebbe tagliare prima in questi settori? «Non ne sapevo nulla... Ma certo, anche le spese in questo ambito della cultura potrebbero essere messe in discussione».

La replica del Comune non nega i tagli. «I tagli non comporteranno, in relazione al settore minori, ridimensionamenti in grado di intervenire concretamente sulla vita di bambini e ragazzi» dice l'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino.

Non resta che sperare.

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