Cronaca locale

Tanto rumore per nulla I 400 euro per i profughi solo per cinque famiglie

Critiche a destra, silenzio a sinistra Majorino costretto a minimizzare E a promettere che presto penserà anche agli sfrattati e ai senza casa

Giannino della FrattinaTanto rumore per nulla. Perché, secondo comunicato ufficiale emesso dall'assessore alle Politiche sociali (e candidato alle primarie del centrosinistra) Pierfrancesco Majorino, sarebbero appena cinque i profughi per cui il Comune sarebbe pronto a pagare 400 euro al mese in cambio di ospitalità in casa dei milanesi con camera e bagno privato. Un bando che ha scatenato l'insurrezione del centrodestra, pronto a chiedere che quei fondi vengano utilizzati per le famiglie italiane in difficoltà. E che del resto non ha suscitato molto entusiasmo nemmeno a sinistra dove l'avvicinarsi del voto ha consigliato di rimanere ben coperti e non sfidare l'ira dei milanesi in questi tempi di magra. Nessuna dichiarazione di appoggio a Majorino si è infatti sentita da Giuseppe Sala, il mister Expo che non perde occasione per ripetere quanto sia di sinistra, ma che non se l'è probabilmente sentita di difendere l'intervento. Silenzio anche nel quartier generale dell'altra sfidante, la vice sindaco (e pupilla di Pisapia) Francesca Balzani che quanto sia di sinistra non ha bisogno di sbandierarlo. Muti questa volta anche i sindacati e i salotti della sinistra al caviale sempre così pronti a firmar manifesti in appoggio di candidati dal certificato pedigree progressista.E così Majorino si è trovato da solo a difendere quel bando che il leghista Matteo Salvini ha definito «razzista nei confronti degli italiani». E contro di cui i Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni hanno minacciato una denuncia contro Pisapia «in base all'articolo 42 del Testo unico sull'immigrazione del 1998 e sulla parità di trattamento e diritti sociali che vieta a un'amministrazione pubblica di discriminare gli immigrati rispetto ai cittadini italiani nell'accesso ai servizi sociali. Allo stesso modo un'amministrazione pubblica non può adottare provvedimenti che prevedono servizi sociali solo per gli immigrati ed escludono gli italiani». Non abbastanza per Majorino, lo stesso che nel programma elettorale vuol mettere la quota gay per un assessore in giunta. «L'accoglienza in famiglia dei rifugiati - assicura - ci permetterà non solo di sperimentare forme nuove e più efficaci di solidarietà e inclusione sociale, ma anche di razionalizzare l'uso delle risorse statali destinate ai richiedenti asilo, con un risparmio addirittura del 70 per cento». Annunciando, forse per bilanciare, che «molto presto» ci sarà una simile sperimentazione per gli sfrattati e chi avrà problemi di casa. Per ora tocca ai cinque rifugiati, «per poi estendersi - spiega Majorino - a un numero massimo di venti». Già stimata una spesa complessiva di 42mila euro (sei mesi di accoglienza per venti persone), «a fronte dei 128.800 dell'ospitalità nei centri Sprar» (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). «Questa - si lascia andare Majorino -, al di là della becera retorica leghista, è la buona amministrazione della città e della cosa pubblica».Di «misura del tutto demagogica messa in campo dal Comune» parla il deputato e coordinatore provinciale di Forza Italia Luca Squeri. «L'accoglienza spetta allo Stato, non può essere riversata sulle spalle dei cittadini. Anziché provare a mettere toppe che peggiorano la situazione, sarebbe più onesto per la sinistra ammettere gli errori commessi sull'immigrazione, con la retorica delle porte aperte sempre e comunque e dell'integrazione a buon mercato.

E certo a questi errori non si può pensare di porre rimedio affidandosi al buon cuore delle famiglie».

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