Cronaca locale

La Verdi batte cassa allo Stato: «Siamo in debito di 4 milioni»

La Fondazione chiede un incontro al ministro della Cultura L'allarme: impossibile continuare così alla vigilia dell'Expo

«Abbiamo invitato Franceschini a un incontro prima di Natale. La lettera è partita due settimane fa, ma finora non abbiamo ricevuto risposta». Firmato Luigi Corbani, direttore generale della Fondazione orchestra e coro sinfonico di Milano Giuseppe Verdi. Il motivo della convocazione riguarda i mancati contributi, tre milioni di euro per il 2014 cui si aggiunge un altro milioncino relativo al 2013 e mai arrivato. A sganciarli dovrebbe essere il Ministero della Cultura, di cui l'ex segretario Pd è responsabile.

I maligni potrebbero vedervi una grana tutta interna alla sinistra visto che Corbani in tempi di prima repubblica apparteneva all'ex Pci milanese, ma in realtà allora il prode Franceschini era sotto le insegne dello scudocrociato. Sia come sia, la querelle non è politica bensì è questione di sopravvivenza perché per la Verdi - spiega ancora il direttore generale - «in queste condizioni di mancanza di fondi pubblici è praticamente impossibile proseguire nell'azione meritoria svolta finora».

La reprimenda o, se preferite, l'appello non è minimamente rivolto al Comune di Milano, alla Provincia e alla Regione che hanno aiutato la Fondazione rispettivamente con 500mila euro di Palazzo Marino, 4500 euro di Palazzo Isimbardi e 30mila euro del Pirellone. A questi vanno aggiunti i contributi privati che, tra erogazioni liberali e quote sociali, hanno portato in vent'anni 15 milioni di euro nelle casse della Fondazione, molto più di quanto lo Stato abbia investito per l'attività ordinaria, poco più di una decina di milioni. Quest'ultimo dato indica chiaramente il rapporto di fiducia e stima che lega il pubblico alla Verdi e che è dimostrato dall'affluenza massiccia alle iniziative.

L'unica rimostranza all'indirizzo della giunta Pisapia vede al centro dell'attenzione la sede degli spettacoli. Alla fine degli anni Novanta la Verdi chiese l'uso del teatro Lirico, nel cuore pulsante della città, chiuso dal 1999 e ora il Comune sta facendo una gara d'appalto da 16 milioni di euro per il ripristino di questa sala, mentre la Verdi nel '98 propose il restauro - con progetti e soldi privati - per una somma di 7,5 miliardi di vecchie lire oggi quantificabili in 4 milioni scarsi. Un quarto degli importi attuali. La mancata operazione ha poi costretto la Verdi a costruire un proprio auditorium dove attualmente tiene le proprie esibizioni.

A testimonianza del credito di cui gode la Verdi ci sono le cifre relative al «cinque per mille», devoluto dai contribuenti alla Fondazione, che l'ha portata nel 2012 a classificarsi al primo posto fra le istituzioni musicali con 93.477 euro, quasi il triplo di quanto incassato dalla Scala con 27.848 euro.

Ora l'orchestra Verdi lancia il suo Sos, alla vigilia di una stagione importante che condurrà a Expo e richiederà una programmazione minuziosa e intensa, una stagione che rende ancor più indispensabili i contributi che lo Stato non ha pagato. Va puntualizzato che la Verdi è un'importante valvola di lavoro in città e ha creato 150 posti di lavoro a tempo indeterminato - una rarità oggigiorno - dando vita al contempo a 700 impieghi a tempo determinato.

Un'attività anch'essa in pericolo per la mancanza di fondi.

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