Cronaca locale

Da Vinci, «genio rompiscatole» Parola di Daverio

Nino Materi

Fino al 15 aprile al primo piano del «Centro» di Arese (centro commerciale tra i più belli d'Europa) Leonardo da Vinci vi «romperà le scatole». Sì, perché - a giudizio di Philippe Daverio che ha presenziato all'inaugurazione - Leonardo è stato sì il più grande genio che l'Italia e, forse, il mondo (ma sì, esageriamo) abbia mai avuto, senza però mai rinunciare alla sua «rompiscatolaggine». Per il celebre critico d'arte col farfallino incorporato, Da Vinci è stato sempre «controcorrente»: una sorta di Montanelli rinascimentale, potremmo aggiungere noi, se non rischiassimo di apparire un po' partigiani. Fatto sta che «Da Vinci Experience» è davvero un'esperienza da vivere. Sei euro di biglietto ben spesi, per immergersi - grazie a un sistema di videoproiezioni tridimensionali - nel mondo fantasmagorico di capolavori pittorici e macchine più o meno belliche. Ma Leonardo - abbiamo scoperto grazie alla brillantezza affabulatoria di un Daverio in grandissima forma - è stato anche un grande «showman», un Fiorello ante litteram. Specializzato in organizzazioni di feste («eventi», si direbbe oggi) alla corte del Ludovico il Moro, che - più che di un pittore - aveva bisogno di un dj. Ben diverso dal Leonardo barbuto della più barbosa iconografia classica. Il tutto nell'«area eventi» nel cuore di uno sfavillante e odoroso mercato indoor da 200 negozi: ma non vi azzardate a definirlo «nonluogo» alla presenza dei responsabili del Centro che la definizione filosofico-sociale coniata da dall'antropologo francese Marc Augé nel 1992, nel suo libro Non-lieux. Introduction à une anthropologie de la surmodernité non l'hanno mai digerita. E mai la digeriranno.

Sbagliando. Perché in un mondo di luoghi globalizzati e tutti identici a sé stessi, l'unica salvezza per affermare la propria identità è proprio il «nonluogo»

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