Cronaca locale

Vittime per l'amianto alla Scala, si ritorna in aula

Un mese fa l'ultimo decesso. Dieci casi tra i lavoratori del teatro. Le motivazioni della sentenza "Pirelli bis" in ritardo di un anno

Vittime per l'amianto alla Scala, si ritorna in aula

Dieci croci in legno davanti al tribunale, tante quanti i lavoratori della Scala uccisi dall'amianto: così parenti delle vittime e dirigenti sindacali hanno fatto sentire ieri mattina la loro presenza nel processo, finalmente avviato dopo una serie di inciampi, ai vertici del Teatro, accusati di omicidio colposo per avere consapevolmente tollerato la presenza di amianto. Mentre quattro ex sindaci (Carlo Tognoli, Paolo Pillitteri, Gian Piero Borghini e Marco Formentini) sono stati prosciolti al termine delle indagini preliminari, sul banco degli imputatati sono stati chiamati l' ex sovrintendente dell'ente scaligero Carlo Fontana e altri quattro dirigenti.

È l'ennesimo processo che si apre a Milano, dove quasi tutte le grandi aziende - dalla Pirelli, all'Alfa, all'Atm, alla Breda - sono state incriminate per i decessi da mesotelioma pleurico, il tumore classico da esposizione all'amianto, di decine di lavoratori. Quasi tutti i processi si sono conclusi con l'assoluzione degli imputati, sollevando le proteste dei familiari. Ieri il legale delle vittime, Laura Mara, denuncia una pecca ingiustificabile di uno dei processi: la sentenza che il 9 dicembre 2016 mandò assolti i dirigenti della Pirelli, sotto accusa per ventotto operai morti o ammalati, non è mai stata depositata. Nonostante il termine massimo concesso dal codice per la stesura delle motivazioni sia scaduto da oltre un anno, il giudice Anna Maria Gatto le sta ancora scrivendo. Questo rende impossibile per i difensori di parte civile presentare il ricorso in appello, e fa scorrere inesorabilmente il tempo che avvicina la prescrizione.

Alla Scala, il mesotelioma falciò lavoratori di ogni categoria: operai, orchestrali, coristi. «Mia mamma, Luciana Patelli - racconta Marcello Menegatti davanti a palazzo di giustizia - era una cantante lirica nel coro della Scala per quasi 30 anni in teatro. Finché è stata in teatro non ha avuto problemi, la malattia si è manifestata solo molto più tardi. Nel 2013 è mancata dopo poco meno di un anno di malattia».

Proprio il lungo periodo di incubazione del mesotelioma, e la difficoltà di individuare con precisione il momento di insorgenza della malattia, ha reso accidentato l'andamento di questi processi. Ma ora una nuova sentenza della Cassazione (relativa ai morti nella centrale Enel di Chivasso) accoglie le tesi delle vittime: e l'avvocato Mara chiede che le Sezioni unite facciano propria la nuova interpretazione.

Ma intanto tra gli ex della Scala si continua ad ammalarsi e morire: l'ultima vittima, appena un mese fa.

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