Cronaca locale

Zona 5, Pd contro il Centro per la vita In Regione primo sì al fattore famiglia

Polemica sui Cav nel municipio. Intanto il Pirellone vara la riforma

Alberto Giannoni

Nell'8 marzo milanese la più incredibile delle polemiche si è scatenata contro il Municipio 5, accusato di «oscurantismo» dal Pd per un'iniziativa organizzata con il Centro per la vita dell'ospedale Buzzi, il consultorio familiare Beretta Molla e lo sportello Uomo donna. In programma ieri, nella sala consiliare i viale Tibaldi, c'era la presentazione di «Iniziative di aiuto concreto». Come gli altri «Cav», anche il centro del Buzzi aiuta le donne in difficoltà (economica e non solo) a portare a compimento una gravidanza problematica o inattesa, scartando la scelta dell'aborto. Aiutare le donne ad accogliere i loro bambini: un'attività che dovrebbe essere considerata benemerita, anche e soprattutto nel giorno della festa della donna. Evidentemente non la pensano così i dirigenti del Pd del municipio 5: «La maggioranza di centro destra del Municipio 5 - hanno detto i Democratici di zona - il giorno della festa della donna sceglie di organizzare un'iniziativa con il centro d'aiuto alla vita e con un consultorio di natura confessionale. La festa della donna crediamo che sia la festa che rinnega l'idea oscurantista secondo la quale l'identità prima della donna sia quella di procreatrice». «Questa mi mancava, oscurantista - ha risposto il presidente del municipio 5 Alessandro Bramati - Dopo avere realizzato uno spettacolo teatrale in carcere contro la violenza sulle donne, volere dare continuità ad uno sportello nel Municipio di aiuto alle donne, avere in programma incontri sul tema della conciliazione dei tempi lavoro-famiglia che si venga bollati di "oscurantismo" perché si affronti il sostegno alla natalità (peraltro stabilito da una legge nazionale) lo trovo quantomeno singolare». In Regione, intanto, arriva il sì della commissione al fattore-famiglia (in aula il 14 marzo): «Una buona mediazione tra le forze politiche» su «un progetto di legge che tante realtà lombarde aspettavano» ha detto il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo.

«Si tratta di un impegno di risorse importanti a favore dei nuclei familiari che sono pilastro e motore del tessuto sociale lombardo con una attenzione particolare alla tutela delle fasce più deboli perché la Lombardia non lascia indietro nessuno».

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