Mondo

L'ipotesi del Pentagono per l'Iraq: nuove basi per aiutare Baghdad

Quasi 500 uomini si uniranno agli americani già sul campo come addestratori. Cresce il ruolo degli Usa nella guerra

L'ipotesi del Pentagono per l'Iraq: nuove basi per aiutare Baghdad

Nuove basi statunitensi potrebbero affiancare, in Iraq, quelle già presenti per gli addestratori inviati dalla Casa Bianca, a sostegno degli uomini che combattono per riconquistare i territori di cui il sedicente Stato islamico ha preso il controllo.

La notizia arriva dal Pentagono, a poche ore dall'annuncio che 450 uomini in più andranno ad aggiungersi a quelli già presenti sul campo. Il capo di stato maggiore, generale Martin Dempsey, sta considerando - tra le altre ipotesi - la possibilità di stabilire una serie di nuove postazioni statunitensi, aggiungendo che per lo scopo andrebbe bene uno qualsiasi dei luoghi usati come FOB (basi avanzate) nel 2003, durante l'occupazione americana.

L'apertura di nuove basi richiederebbe altro personale americano. Al momento non è chiaro se da questa decisione dipenderà l'invio di altre truppe e nel caso di che numeri si stia parlando. Di certo c'è che il primo obiettivo degli americani sarà quello di aiutare gli iracheni nella riconquista della città di Ramadi, il capoluogo dell'Anbar caduto di fronte all'avanzata dell'Isis ormai un mese fa.

Una controffensiva è in corso in questi giorni in Anbar, guidata dall'esercito iracheno e dalle milizie sciite della Mobilitazione popolare, già fondamentali in una fase della battaglia che consentì alle forze governative di riprendere il controllo di Tikrit, occupata dall'Isis a giugno dell'anno scorso, nella rapida avanzata in cui cadde anche Mosul.

Gli uomini di Baghdad sono arroccati a Habbaniyah. Gli addestratori americani saranno invece destinati alla base aerea di Taqaddum, non molto lontano, e si uniranno ai circa 3.000 già destinati all'Iraq nell'ambito nella missione di addestramento decisa lo scorso anno.

Il ruolo degli americani sarà anche quello di riallacciare i legami con le tribù sunnite locali, convincendoli a unirsi in maniera più attiva alla lotta. Anche un modo per scongiurare dinamiche settarie in un'area a maggioranza sunnita, che non vede necessariamente di buon occhio le milizie sciite che costituiscono uno dei principali avversari dei jihadisti.

Se nuovi uomini dovessero arrivare, potrebbero essere dislocati in un'area tra la capitale Baghdad, la città di Tikrit e la zona attorno a Mosul, territorio controllato dall'Isis. Comunque vadano le cose, la Casa Bianca non intende cambiare strategia. Obama continua a non volere un ruolo operativo per le truppe americane.

@ACortellari

Commenti