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La radio ufficiale dell'Isis ha rivendicato l'attacco in Texas

I jihadisti minacciano: "Il peggio deve ancora venire". Ma quali fossero davvero i rapporti con i due attentatori non è chiaro

Alcuni agenti dell'Fbi coprono le salme dei due attentatori
Alcuni agenti dell'Fbi coprono le salme dei due attentatori

Se ieri era soltanto una supposizione, alimentata dalle dichiarazioni online fatte dai due attentatori, oggi la radio ufficiale del sedicente Stato islamico, al-Bayan, ha attribuito al gruppo di al-Baghdadi l'attacco contro la mostra di Garland, in Texas.

"Ospita un concorso di vignette offensive sul Profeta", hanno spiegato gli estremisti in un comunicato radiofonico, definendo i due uomini che hanno cercato di fare una strage come "soldati dello Stato islamico" e avvertendo gli Stati Uniti che questa è soltanto la prima di una serie di operazioni che verranno.

"Diciamo all'America, protettrice della croce, che il peggio deve ancora venire. Dio piacendo, vedrete quello che vi farà del male, dai soldati dello Stato dell'islam", ha detto la radio che trasmette dalla città irachena di Mosul, senza comunque citare i nomi dei due attentatori, che ieri erano stati identificati come Nadir Soofi ed Elton Simpson.

L'assunzione di responsabilità da parte dell'Isis arriva, come già in passato, il giorno dopo l'attacco. Quali siano nei dettagli i legami tra l'organizzazione del sedicente Califfato e i due uomini freddati ieri dalla polizia americana non è comunque chiaro.

È possibile che i jihadisti stiano semplicemente mettendo il cappello su quella che potranno rivendicare come la prima operazione - benché fallita - negli Stati Uniti. Il punto da chiarire è, insomma, se la leadership mediorientale del gruppo fosse davvero al corrente di quanto sarebbe accaduto. Fonti del Fbi sentite dal Washington Post ieri sostenevano che i due uomini non avevano legami stretti con organizzazioni terroristiche internazionali. Almeno uno dei due aveva però giurato fedeltà all'Isis su internet.

Una rivendicazione via radio, ha ricordato Charlie Winter, analista di Quilliam, think tank londinese che si occupa di estremismo, era arrivata anche a marzo, dopo l'attentato contro il museo del Bardo a Tunisi, seguito da una dichiarazione scritta più dettagliata.

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