Cronaca locale

Sequestrate undici edicole votive erette dalla camorra in memoria dei propri morti

I clan avevano costruito un altarino perfino su una colonna di un antico acquedotto romano ancora conservato nel quartiere San Carlo Arena

Sequestrate undici edicole votive erette dalla camorra in memoria dei propri morti

Sono undici le edicole votive edificate dai boss della camorra per omaggiare i loro familiari defunti sequestrate dai carabinieri del comando provinciale di Napoli. È un fenomeno diffuso nella città partenopea quello di erigere nicchie, tabernacoli e tempietti, senza rispettare alcuna regola, con le immagini dei parenti morti nel corso delle guerre di camorra o negli scontri con le forze dell’ordine. Negli ultimi giorni i militari sono intervenuti nei quartieri di Vasto-Arenaccia e di San Carlo Arena. In questi luoghi sono state rinvenute edicole votive riconducibili a persone appartenenti al cartello criminale denominato Alleanza di Secondigliano.

Le indagini del comando dei carabinieri hanno preso il via dopo l’operazione che ha portato al sequestro di tre statue sacre del Seicento possedute dai clan di camorra Mallardo-Bosti-Contini. Gli oggetti, precedentemente collocati nella dismessa chiesa Santissima Maria del Rosario di via San Giovanni e Paolo, venivano utilizzati dai camorristi per adornare le edicole votive abusive. I reggenti dei gruppi criminali non si fanno scrupoli nel realizzare i propri tempietti, anche a costo di danneggiare beni di interesse storico e archeologico.

È il caso dell’acquedotto romano ancora conservato nel quartiere San Carlo Arena, ai Ponti Rossi. Su una colonna storica è stata apposta un’edicola votiva, con simboli sacri e un’immagine di un uomo appartenente a uno dei clan che operano in zona. Sulla vicenda è intervenuto il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli che ha dichiarato: “Mentre vengono glorificati pubblicamente boss sanguinari come Raffaele Cutolo, definito su manifesti pubblici per l’anniversario della sua morte ‘anima benedetta’ e baby rapinatori a cui sono dedicati altarini e murales la camorra e la delinquenza accrescono il loro potere “sociale e culturale” sempre di più”.

Come riporta il Corriere del Mezzogiorno, ad aprile scorso suscitò molto clamore in città la demolizione dell’altarino dedicato al giovane boss Emanuele Sibillo, assassinato nel 2015, in via Santi Filippo e Giacomo, ai Tribunali. Ora questo nuovo intervento dei carabinieri ha l’obiettivo di dare un duro colpo a un fenomeno illegale che cresce sempre di più.

Uno smacco per la camorra, la quale ha smania di appropriarsi di spazi pubblici che appartengono alla collettività.

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