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È morta Barbara Balzerani, l'ex brigatista fu tra i protagonisti del sequestro Moro

Dirigente della colonna romana dei brigatisti, partecipò al rapimento dello storico esponente della Dc: condannata all'ergastolo, era tornata definitivamente in libertà nel 2011

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Barbara Balzerani, ex terrorista e scrittrice che militò nelle Brigate rosse è scomparsa all'età di 75 anni. Ne dà notizia Silvia De Bernardinis, ricercatrice, autrice di alcuni volumi sulle Br. Balzerani, ultima di cinque figli, nata a Colleferro il 16 gennaio 1949, si era trasferita a Roma a vent'anni per studiare Filosofia e lavorare in un asilo specializzato nell'assistenza a bambini con handicap. Nel frattempo aveva cominciato a frequentare gli ambienti della sinistra extraparlamentare, militando in Potere operaio. Là aveva conosciuto il marito Antonio Marini, da cui separerà poco dopo.

Nel 1975 aderì alle Br e dal '77 entrò in clandestinità. Col nome di battaglia "Sara", è per anni l'organizzazione brigatista dirigente della colonna romana e prende parte all'omicidio di Girolamo Minervini e all'agguato in via Fani per il rapimento di Aldo Moro. Durante il sequestro dello statista democristiano occupa, assieme a Mario Moretti - al quale era all'epoca legata sentimentalmente -, la base di via Gradoli a Roma. Ma né Balzerani né Moretti erano presenti nella base nel momento dell'intervento delle forze dell'ordine, arrivate perché una doccia era rimasta aperta e aveva caudato una perdita.

Balzerani fu tra gli ultimi brigatisti ad essere arrestati il 19 giugno 1985, assieme a Gianni Pelosi. Al momento dell'arresto l'ex "Primula Rossa" aveva una pistola calibro 9. Dal carcere, confessò l'omicidio di Lanco Conti, ex sindaco di Firenze (compiuto dalle Br) e venne condannata all'ergastolo. Mai pentita né dissociata, anche se estranea al circolo degli "irriducibili", nel 1993 dichiarò di provare "un profondo rammarico per quanti sono stati colpiti nei loro affetti a causa di quegli avvenimenti e che continuano a sentirsi offesi ad ogni apparizione pubblica di chi, come me, se ne è reso e dichiarato responsabili". Il 12 dicembre 2006 le era stata concessa la libertà condizionale, per tornare poi definitivamente libera nel 2011. Impiegata per una cooperativa di informatica, è stata anche scrittrice negli ultimi anni. Durante la sua intera esistenza non ha mai comunque indietreggiato né mostrato segni evidenti di pentimento.

La sua notorietà è e resterà per sempre legata all'agguato di via Fani. Nel 2018 suscitò aspre polemiche per una sua dichiarazione postata su Facebook ("Chi mi ospita oltre confine per i fasti del 40ennale?") ed entrò in polemica diretta con Maria Fida Moro, figlia dell'esponente politico assassinato, la quale si sfogò nei giorni in cui ricorrevano i quarant'anni dall'omicidio di suo padre: "Io posso lamentarmi del quarantennale. Io che non l'ho provocato ma l'ho subìto. E ho il titolo per dirlo. Anche solo per la semplice ragione che mi dà dolore. Ma la signora Barbara Balzerani non può dirlo perché lei è tra coloro che l'hanno provocato.

E, quindi, si tiene i risultati di quanto messo in atto".

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