Nazionale

"Razzismo in Italia". Cosa si nasconde dietro la propaganda nordafricana

Fomentare gli animi e suscitare sentimenti vendicativi da sfogare in Italia: sembra essere questo l'obiettivo della propaganda contro l'Italia

"Razzismo in Italia". Cosa si nasconde dietro la propaganda nordafricana Esclusiva

Ascolta ora: ""Razzismo in Italia". Cosa si nasconde dietro la propaganda nordafricana"

"Razzismo in Italia". Cosa si nasconde dietro la propaganda nordafricana

00:00 / 00:00
100 %

Ci sono molti punti ancora oscuri nella propaganda nordafricana contro il nostro Paese. Se da un lato, infatti, i migranti vengono spinti a raggiungere l'Italia con argomenti capaci di far presa sulla loro cultura, l'Italia viene ripetutamente accusata di razzismo. Critiche, anche forti, al nostro Paese arrivano soprattutto dai migranti subsahariani, secondo i quali l'Italia favorirerebbe quelli magrebini, quindi i tunisini e i libici. Le illazioni contro il nostro Paese sono, ovviamente, frutto di costruzioni falsate della realtà per incutere nelle persone l'idea che nel nostro Paese ci sia un sistema di accoglienza che privilegia gli uni piuttosto che gli altri. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, visto e considerato l'incremento dei reati compiuti da stranieri in Italia.

Durante la conduzione del nostro reportage tra le chat e i gruppi di migranti e trafficanti, da qualche tempo ci imbattiamo in messaggi di questo tipo. Lampedusa sembra essere uno dei bersagli preferiti in questa propaganda, che sembra avere l'obiettivo di fomentare gli animi dei migranti contro il nostro Paese prima della loro partenza. Una strategia quasi martellante, che punta a far nascere in loro, solitamente giovani e particolarmente suscettibili, un sentimento di rivalsa e di vendetta, da portare a termine all'arrivo in Italia.

La strategia sembra essere chiara in questo momento: sull'onda di quanto accade in Tunisia, dove i locali sono esausti dalla presenza eccessiva di migranti sahariani, si cerca di aumentare il sentimento avverso nei loro confronti nei subsahariani, convincendoli che in Italia verranno trattati diversamente dai tunisini e dai libici. In questa costruzione di propaganda pericolosa e falsa, i burattinai che muovono i fili della protesta cadono spesso in errori clamorosi, come quello legato al video in allegato a questo articolo, che vede protagonista la motovedetta Cp 278 della Guardia costiera italiana. Nel commentarlo nel contesto propagandistico, infatti, chi lo pubblica scrive: "Ecco un barcone di migranti tunisini che viene fatto passare dalla Guardia costiera tunisina, che va a intercettare un barcone di subsahariani. Questo è normale?".

Nei commenti, però, viene ribaltata la situazione e a essere accusata di razzismo, stavolta contro i tunisini, sono gli italiani: "Guardate la bandiera issata sulla nave. Sono italiani, hanno salvato prima i neri dei tunisini". E poi ancora: "Razzismo in Italia contro i tunisini, che dev'essere invertito". Tralasciando il verbo "salvare" utilizzato per una barca perfettamente galleggiante, con migranti talmente tranquilli da avere la prontezza di riflessi di riprendere l'intervento della Guardia costiera, il concetto che sta passando è: in Italia c'è razzismo. E lo dicono da un barcone diretto a Lampedusa che qualche minuto dopo ha ottenuto l'intervento dell'assetto italiano. C'è poi la questione Lampedusa, già presa di mira con commenti vergognosi contro l'Italia: "Quello che sta succedendo a Lampedusa nei centri di detenzione è grave. Tunisini e libici sono favoriti rispetto ai subsahariani, che vengono fatti crollare e fanno passare i magrebini".

Il fenomeno potrebbe assumere contorni più gravi, con conseguenze irrecuperabili.

Commenti